martedì 28 febbraio 2017

COME NASCE UNA SCHIAVA 2 - A CASA DEL MIO PADRONE



Dopo aver raccolto i miei stracci ed essermi rivestita non ti sei curato di accompagnarmi a casa. Sono tornata malconcia e con la fica gocciolante. Mi sono spogliata, infilata nella vasca ed ho perso i sensi.

Non so come, ma al risveglio mi sono ritrovata nel tuo letto, nuda, mentre tu mi osservavi comodamente seduto in poltrona. Un potente fascio di luce solleticava le mie pesanti palpebre.

Eri silenzioso, forse assorto in uno dei tuoi perversi pensieri, di quelli che …... che mi fanno pensare, si, pensare ….. di quelli che mi atterriscono.

So che per come mi sono comportata, per come ho osato inveire contro di te, mi aspetta un'altra punizione.

Ora mi alzo, lentamente, mi guardo allo specchio. Ne hai uno enorme in camera. Ci sono ancora i segni del mio sangue, di quando mi hai legata, due sere fa, e con una lama piccola, ma affilata, mi hai decorato la schiena. Soffiandoci sopra. E poi leccandomi le ferite, con le tue labbra salate.

Ricordo tutto.

Mi specchio. Mi osservo. Ho segni dappertutto. Vedo le cinghiate e le frustate del tuo adepto. Deve aver superato la prova, immagino. Sarai contento di lui.

Ti guardo con occhi gonfi di paura. Tu invece te la ridi, anzi, ghigni.

Ti piace ammirare il mio corpo martoriato, ti diletti a scoprire quanti segni hai lasciato sulla mia pelle. Cosi' ti alzi e ti avvicini. Ti fermi dietro di me e lentamente appoggi le tue mani sulle mie spalle. Una smorfia di dolore si contrare sul mio volto. Abbasso gli occhi. Tu mi prendi per il mento e mi obblighi a guardarmi, riflessa nello specchio.

Godi dei segni che ho addosso, mi accarezzi le braccia, poi fai leggere pressioni sui miei lividi e sulle frustate che raccontano le torture della notte precedente.

Sorridi ancora. Anzi, ghigni.

Poi scendi lentamente sul mio sedere, indugi sullo spacco, come se lo volessi aprire, come se volessi infilare un tuo dito nel mio buchino. Io chiudo gli occhi, apro la bocca, gonfio il petto. Adoro essere nuda davanti a te.

Adoro essere tua preda.

Adoro.

Tu prosegui in quella sensuale discesa, verso il fondo dei miei glutei, li pizzichi, deciso, poi risali. Altri pizzichi verso l'alto.

Ancora smorfie, ma di piacere, questa volta.

Sali ancora, sfiorandomi la spina dorsale.

Riscendi, premendo i tuoi perfidi polpastrelli sulle mie ferite. Fa male, si, ma ho i brividi sotto pelle. Non so spiegarmelo.

Riscendi, ancora. Non solo con le mani. Ti aiuti con la bocca. Ti vedo piegato su di me, dietro di me. Ti sento mordermi, ti sento leccarmi. Sento i tuoi denti affondare nella mia carne, strizzarla, bagnarla.

Poi d'improvviso infili la tua mano nella mia fica. E' bagnata. E' un fiume che ha iniziato a scorrere non appena hai posato le tue mani su di me, anzi, no, il tuo sguardo. Non posso piu' chiamarti bastardo adesso. Altre punizioni non potrei sopportarle. Sei "mio padrone" ora.

La tua calda mano entra ed esce dal mio lago segreto. Affonda come una spada nel ventre del nemico. Le tue dita mi penetrano, entrano fino in fondo. Inarco la schiena. Mi vuoi togliere un altro orgasmo. Ohhh, lo senti che ci sto arrivando .... ohh...... ma no, mi lasci cosi', senza alcuna pieta'.

Prendi una corda e me la leghi intorno ai seni. Stringi forte. Vuoi lasciarmi i segni anche oggi. Altri.

Io non oppongo resistenza, non posso. Non sono capace.

Mi leghi i polsi dietro la schiena, sempre davanti allo specchio. Mi osservi in silenzio. Mi trovi bellissima. Lo capisco dal tuo sguardo. Ma vuoi rendermi ancora piu' bella.

Prendi un rossetto rosso dalla mia borsetta nera e me lo passi sulle labbra. Non sei preciso, ma ti piace di piu' cosi', come una puttana che ha appena fatto un pompino ad uno dei suoi sporchi clienti. Mi baci rude, mi mordicchi le labbra. Mi lecchi.

Io sussulto. Lo sai che sono fragile. Questo ti diverte di piu'. Ti piace giocare con il fuoco. Vuoi vedere fin dove posso arrivare. Io ti lascio fare.

Mi guardi, intenso. i tuoi occhi mi trafiggono, me li sento scivolare addosso come olio bollente. Li vedo fermarsi sui miei capezzoli. Sono ancora rossi. Me li stuzzichi con un gioco di dita che mi manda in estasi, lo sai che puoi farmi venire anche cosi'. Poi me li mordicchi. Ti ecciti. Vedo il tuo cazzo gonfiarsi a dismisura. Avrei una voglia matta di toccarti, di sbottonarti i pantaloni e prenderlo, baciarlo, succhiarlo, divorarlo. Ti berrei tutto.

Ma no, non posso farlo, con le mani bloccate dietro la schiena.

Non so cosa mi spinge ad aprire di nuovo la bocca ansimando, se il desiderio di averti dentro di me o il piacere che mi procuri torturando i miei seni.

Lo so che non ti basta. Prendi ora una candela, bianca, lunga, dalle tozze dimensioni. Me la passi sulle labbra, me la fai leccare, me la infili tra le labbra, prima lentamente, poi velocemente, come fosse un cazzo, il tuo. Io la succhio, la lecco. Poi me la fai scivolare sul collo, tra i seni, sullo stomaco, giri intorno al mio ombelico, scivoli giu' sul mio basso ventre e finalmente li', nel mio punto piu' caldo e umido. Spingi e lasci, entri ed esci. Con una mano mi violi cosi', con l'altra mi tappi la bocca. Vuoi farmi urlare, ti eccita sentirle le mie grida soffocare.

Sei perverso tu, sei crudele.

non ti basta mai.

Sei di nuovo dietro di me.

Mi lasci ancora una volta.

Poi mi giri, mi guardi dritta negli occhi e mi dici "ora dobbiamo uscire, puttana".

Le tue mani scivolano ancora sul mio corpo. Mi tocchi ovunque. Sono una maschera di dolore e piacere allo stesso tempo.

Lentamente mi fai divaricare le gambe e cominci a stuzzicarmi il clitoride, lo senti che e' bagnatissimo, ti sta facendo eccitare, ma ti trattieni. Lo so che vorresti sborrarmi addosso. L'hai fatto altre volte. Oggi pero' hai altro in mente. Ti leggo nella mente. Io e te siamo una cosa sola ormai.

Continui a stuzzicarmelo. Sto per venire. Poi d'improvviso prendi una boccetta di profumo e senza che io me ne accorga, in preda all'estasi come sono, me ne spruzzi un po' proprio li'. Ahhhhhhhh! Non posso fare a meno di urlare. Il dolore mi penetra come spilli infuocati. Di scatto serro la gambe, ma tu me le blocchi con il ginocchio. Brucia da impazzire. Ma tu godi a vedermi cosi'.

E lo sai? Godo anche io.

MMmmmmmmmm


Padrone!


Continua .... Terza parte

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