sabato 25 febbraio 2017

LA CAMERIERA CON LO STRAP ON






In ogni singolo poro della mia pelle si nasconde la fiamma viva del piacere, quel piacere lascivo che mi ha strappato via il cervello e la possibilità di replicare, di scegliere, di decidere. Sono ormai come un automa che segue la propria padrona senza avere più contezza di se', del mondo intorno.

Che donna! Mi ha appena presa per un braccio, trascinandomi via da quella incantevole schiavetta. Cosa vuole farmi? La sua mano mi stringe forte, mi lascerà i segni, lo so. Mi piace quando diventa la proprietaria del mio corpo, quando usa la sua forza bruta per manovrarmi senza scrupoli.

Il suo tocco mi eccita, mi fa bagnare, mi arriva dritto allo stomaco come un pugno.

Mi urla contro: "brutta cagna schifosa, vieni con me! Voglio farti scopare quella troietta come si deve!". I suoi occhi di fuoco mi atterriscono. Entriamo in una stanza semi buia, ci sono due letti e un armadio con dei cassetti. Ne apre uno ed estrae un fallo di gomma con una cintura collegata. Rimango un momento interdetta. Certe cose le ho viste, ma non le ho mai fatte. Questo fallo mi intimorisce, ma lei mi strattona e mi ordina di indossarlo. Lo prendo in mano e provo una strana sensazione. Mi piace, mi affascina eppure allo stesso tempo mi sconvolge. Indossare un cazzo finto e diventare un uomo, comportarmi, agire come un porco depravato, sfondare la fica di quella bellissima schiava bionda, esile e fragile come un fiore di campo.

"Allora stupida puttana! Che fai lì impalata!? Indossalo, svelta!". Le sue parole sono come artigli, mi graffiano i pensieri e mi scuotono. Infilo questo pisello di gomma cercando di ubbidirle senza farla attendere oltre. Si sta spazientendo. Nel frattempo dall'armadio ha preso un abito nero. E' molto corto e ha un'ampia scollatura. Mi ordina di indossarlo. Non ho nemmeno il tempo di fiatare che mi sbatte in faccia un paio di autoreggenti leggere nere e una crestina da cameriera. Si, ecco cosa sono adesso. Un porco vestito da cameriera o una cameriera travestita da porco. Non lo so. Non mi importa. Sono un uomo e una donna allo stesso tempo. Ma prima di tutto, prima di essere queste due cose insieme, o anche prima di essere me stessa, sono la sua schiava.

Così prendo l'abito, gli accessori e in un attimo mi trasformo in una sexy cameriera con il cazzo. Mi guardo allo specchio, mi aggiusto i capelli. Lei mi porge un rossetto rosso fuoco e del lucida labbra. Devo sembrare una puttana! Una sexy troia, volgare e vogliosa.

Ora sono pronta, mi sento catapultata in un mondo al contrario, dove tutto è al rovescio, ma la mia fica è bagnata, bagnatissima. La mia padrona mi guarda soddisfatta. Mi accarezza il culo, me lo palpa con la sua mano bollente. Poi scende e si infila nel mio buchino davanti per sentire il mio livello di eccitazione. Mi pizzica le piccole labbra e mi da la scossa giusta per scopare la schiavetta che tanto desidero. Lei lo sa che la bramo!

Poi mi sculaccia ed io esco dalla stanza. Mi segue, mi afferra di nuovo per un braccio e mi riporta dalla biondina che ci aspetta a quattro zampe buona buona.

Appena mi vede la schiavetta esplode in un sorriso raggiante. Io ricambio, mi avvicino lentamente e lei mi bacia i piedi, poi le gambe. Sono bloccata dall'eccitazione. Sento l'istinto di cavalcarla. Vorrei sedermi sopra di lei e aggrapparmi alle sue tette. Strusciare la mia fica sulla sua schiena e poi girarmi e leccarle il sedere, il buco del culo, tutto.

Invece la padrona mi ordina di inginocchiarmi dietro di lei e di incularla. Ohhhhh. Non ho mai inculato nessuno. Un imbarazzo prepotente mi assale.

"Allora, stupida puttana!? Hai sempre bisogno di essere spinta?! Dai, avanti! Inginocchiati e aprile il culo! Subito!".

Mi porto dietro la schiavetta e le guardo quel culo morbido e sodo che sembra chiamarmi. Mi inchino, metto le mie mani sui suoi glutei e li apro lentamente. Il suo buchino è piccolo, ma rosso e leggermente dilatato. Lo bacio, dapprima lentamente, poi con sempre più vigore. L'accarezzo, la palpo, strofino il mio naso, le lecco lo spacco, dall'alto verso il basso. La mia lingua si allarga e scivola giù fin sotto la fica. Risalgo e la mordicchio. Lei geme, si contorce, io la masturbo. Cerco di prepararla, di gustarla poco a poco. Con le dita apro il suo buchino e ci infilo dentro la mia lingua. Succhio, sputo, lecco. Lei ansima. Poi mi alzo e appoggio la punta del mio finto pisello tra le sue natiche rosa. E' bella come una bambola e non aspetta altro che essere inculata da me. L'emozione che provo è forte, ho paura di non farcela, ho l'eccitazione alle stelle. Vorrei strapparmi questo abito di dosso, vorrei essere leccata anche io, vorrei che la padrona mi mordesse i capezzoli, vorrei essere presa, essere scopata anche io adesso, talmente è forte l'eccitazione, la voglia di sesso sfrenato e la libidine che mi annebbia la mente. Così inserisco la punta del mio cazzo nel suo buchino e spingo, spingo e lei comincia ad urlare. Io spingo ancora una volta e quello entra, la penetra sempre di più e lei sussulta. E' una bellissima femmina in calore ed io una bestia che la deve possedere. La tengo per i fianchi, la stringo forte. E' mia, è totalmente mia. Non mi importa se le farò male, devo averla, devo prenderla tutta, entrare dentro di lei, arrivarle nell'anima, spaccarla di piacere, unirmi a lei. Ohhhhhh, non capisco più niente. La schiavetta urla e si dimena. Le piace, le piace tantissimo. Io spingo con tutta la forza che ho. Le mie tette ballano su e giù, mi manca il respiro. Esco e rientro. Il mio cazzo è umido e ricoperto dei suoi umori, dei suoi odori, dei suoi profumi. Poi rallento. Le palpo i seni, le bacio la schiena, il sedere. La padrona mi solleva il vestito da dietro e mi sculaccia con il frustino "Avanti puttana, avanti! Sei una volgare cameriera! Fammi vedere quanto sei brava a scoparti questa insulsa servetta che non fa altro che disubbidirmi!". Riprendo il ritmo feroce, quello da bestia, da porco di bettola, da avvinazzato lercio che tante volte ho desiderato mi scopasse, magari davanti ad altri porci, per essere presa a turno, senza sosta. Ora sono io quel porco e lei ..... lei è la mia piccola insulsa schiavetta. Spingo più forte che posso. Sento l'adrenalina nel sangue. Mi piace da morire. Chiudo gli occhi e la posseggo. Lei urla, sta per venire, sta godendo come una cagna!

Ormai sono talmente presa che non riesco a fermarmi. Più lei urla e più mi eccito e più spingo. Mi sento un animale, una bestia!

La padrona intanto le si è messa di fronte e con il frustino le sta picchiettando i seni. Ahhhhhhh, sono in estasi. Continuo. Gemo anche io. Poi la padrona viene verso di me e infila il suo frustino nella mia scollatura, lo strofina sui miei capezzoli che ormai sono sensibilissimi e mi lascia scoperto un seno. Ohhhhhhhhhhhhhh, sono al massimo dell'eccitazione. Lei comincia a frustarmelo, poi mi scopre anche l'altro e li frusta entrambi. "Siete due luride cagne lascive! Fate schifo! Stupide perdenti! Vi meritereste di essere scopate da porci disgustosi e crudeli!". Queste parole risuonano nelle mie orecchie come una formula magica. Di colpo il mio corpo avvampa, sento le fiamme dell'inferno bruciarmi dentro. L'idea che un viscido porco possa abusare di me, lurida sporca schiava, mi riempie di libido. Mi lecco le labbra, chiudo gli occhi, i capelli mi scivolano sul viso. Gemo, spingo. Ho rallentato un po' l'andatura. La padrona mi ha distratta con il suo frustino, ma sto cavalcando l'onda della perdizione. Ci sono, non mollo. L'orgasmo è imminente, come uno tsunami che tutto travolge e tutto distrugge. Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, ohhhhhhhhhhhhhh, mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm, ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh. L'orgasmooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo. La cosa più bella del mondooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh

Lentamente mi fermo. Anche la schiavetta si ferma. Sfilo il mio cazzo di gomma piano piano e mi siedo dietro di lei. Le bacio quel buchino ormai sfatto, lo lecco, come se leccassi le sue ferite. E' stata brava. Mi ha regalato il suo stupendo culo. Per ringraziarla le bacio la fica. E' calda e bagnata. Lei allarga le gambe e si lascia possedere dalla mia lingua. Voglio dedicarmi a questo adesso, così mi sdraio a terra, sotto di lei, ma è distrutta poverina. Si lascia andare sul pavimento riversandosi su un fianco. Mi guarda, sta cercando di riprendere fiato, mi sorride. Vedo le sue lacrime scorrerle sul viso. Non ha nemmeno la forza di asciugarsele. Mi avvicino gattonando e le lecco quella bellissima fica come se fosse la cosa più buona del mondo. Credo che non saro' mai sazia di lei.

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