giovedì 23 febbraio 2017

GIULIETTA - 2' PARTE





La notte trascorre lenta e silenziosa.

Il caldo corpo di Giulietta giace a terra, in preda ad incubi oscuri.

Quella tenera pelle, cosi' delicata, e' ormai ricoperta di lividi e segni. Le fa male il ventre, i seni. Li sente gonfi e duri. I suoi capezzoli sono diventati ipersensibili. Le basta sfiorarli per sentire dolore.

Si gira e si rigira, su quella vecchia moquette e lentamente le prime luci dell'alba sembrano sorgere, quando all'improvviso sente aprirsi la porta.

La donna entra, con passo deciso. Si china su di lei, la tocca. Giulietta spalanca gli occhi, cercando di mettere a fuoco l'immagine davanti a se.

Ha un piede legato alla gamba del letto e non riesce a muoversi come vorrebbe. Non ha nemmeno provato a slegarsi perche' teme troppo la reazione dei due carnefici e poi, questo essere vittima .... le da' una stranza sensazione, le prende la mente, la eccita, la soprende.

"Allora cagna, e' quasi l'alba!". Eva comincia a slegarla, quando sente uno strano odore...

"Ma che cosa hai fatto, puttana?!" le chiede arcigna. Giulietta non sa cosa rispondere. Non sa nemmeno di cosa stia parlando. La donna appoggia una mano sul pavimento.

"Ma che schifo!", esclama avvicinando le dita al naso per odorare meglio. C'e' qualcosa per terra dietro a Giulietta, una macchia scura. La ragazzina e' terrorizzata. Non capisce.

"Guarda cosa hai fatto! Hai imbrattato la mia moquette con il tuo disgustoso sangue! Fammi vedere quanto ne hai ancora!".

La donna le allarga le cosce e le infila due dita nella fica. E' completamente sporca di sangue. A Giulietta dev'essere venuto il ciclo durante la notte.

"Ora dovrai pulire tutto! Tuttooooo!!!". La ragazzina non si era nemmeno accorta di avere le mestruazioni. Drogata dall'alcol, cosparsa dei loro e dei suoi fluidi, stravolta dal dolore e dal piacere, non aveva notato nulla.

Intimorita guarda la donna senza proferire parola.

"Allora cagna! Hai capito cosa ti ho detto?! O te lo devo ripetere?! Voglio che pulisci tutto, con la lingua! Voglio che lecchi via questa cosa schifosa dal pavimento! Adesso!! Te lo ordino!".

Giulietta sa che non puo' opporsi, cosi' si china sulla macchia ed inizia a leccarla. II sapore e' disgustoso, ma la donna la osserva, deve dimostrarle che e' una ragazzina ubbidiente, non vuole deluderla, no. Sente che il ruolo di schiava sta perversamente iniziando a piacerle.

"Brava cosi' cagna!", la donna le accarezza i capelli lentamente, mentre Giulietta ha le labbra sbafate di rosso.

"E' una vera soddisfazione vedere come una cagna esegue gli ordini della propria padrona!!". Poi la sua mano scende sullo spacco di Giulietta, il plug e' ancora li'. E' arrivato il momento di toglierlo. Lo afferra, lo gira, mentre Giulietta sembra emettere i primi flebili lamenti.

"Cos'e'? ti fa male cagna?! Il dolore e' qualcosa di unico e meraviglioso! Dovrai imparare a conviverci!".

La ragazzina continua a leccare, soffrendo in silenzio. Il plug e' quasi fuori e sente il suo buchino finalmente liberarsi da quella morsa.

Lucy nel frattempo si e' svegliata ed ha assistito a tutta la scena. Anche lei, a suo tempo, dovette leccare il proprio sangue dal pavimento e ricorda con quanta eccitazione si prostro' ai piedi della sua signora per accontentarla.

Vedere Giulietta in quella posizione le smuove dentro qualcosa. La eccita maledettamente! La donna conosce bene Lucy, sa quanto sia perversa e cosi' la invita a scendere dal letto.

"Vieni Lucy! La nostra nuova cagna deve essere pulita. Ti ordino di farlo! Subito. Voglio che la lecchi come ti ho insegnato! Fammi vedere! Avanti!".

"Si mia padrona!". Lucy e' euforica all'idea di eseguire gli ordini della sua amata padrona. La adora, farebbe qualunque cosa per lei! Anche Giulietta le piace. E' spaventata, insicura e piccola. Gode nel vederla indifesa e sottomessa come lo era lei un tempo.

E cosi' Lucy abbassa la testa e appoggia la sua tenera lingua sul sedere di Giulietta. Con le mani lo allarga dolcemente e lo bacia, lo lecca, scendendo verso le piccole labbra e il clitoride. Poi si gira con la schiena sul pavimento, l'afferra per le cosce e continua, dedicandosi a lei come la padrona le ha ordinato. Per Giulietta tutto questo e' di estremo sollievo. Tenta di pulirsi le labbra strofinandole sulle bianche braccia, mentre mille umide carezze la fanno sciogliere in una prima ondata di piacere.

Il corpo della ragazzina comincia a vibrare, dalle sue carnose labbra nascono i primi gemiti.

“Basta Lucy, fermati!” tuona la donna. “Questa cagna sta per avere un orgasmo e non voglio! Deve guadagnarselo!”. La ragazza si ferma, lasciando Giulietta in uno stato di eccitazione sospesa.

“Prima voglio giocarci un po’…mmmhhhmm…… legale i polsi! Subito!!!”. La ragazza si alza e prende una corda da un cassetto. Poi torna da Giulietta e gliela stringe intorno ai polsi, dietro la schiena.

“Cagna!” continua la donna, prendendola per i capelli, “su la testa!”. La ragazzina è ora seduta e tiene le gambe piegate sul pavimento, da un lato. I suoi seni sono gonfi e sodi. La donna li preme con tocco deciso e Giulietta sussulta. Le fanno molto male. “Ahhhhhhhhhhhhhhh”.

Nella semioscurità della stanza, il profilo di Giulietta sembra quello di una sirena triste e sconsolata con lo sguardo rivolto alla luna, mentre una figura ostile tiene tra le dita il sottile filo della sua esistenza.

“Questa lurida cagna hai i seni sensibili adesso! Lucy, voglio che le lecchi i capezzoli, ora!”.

“Si padrona!”. Giulietta ha le mani legate dietro la schiena, questa posizione la costringe a tenere le spalle erette, sporgendo i seni all’infuori ed offrendo i suoi teneri bottoncini alla ragazza.

La ragazzina ha gli occhi semichiusi, sospesa tra il piacere e la paura, mentre Lucy si avvicina con la bocca per leccarle i capezzoli. La punta umida della sua lingua si appoggia lentamente sui quei delicati seni, li lecca con dolcezza, mentre la ragazzina ricomincia a gemere. Prima uno, poi l’altro. I capezzoli di Giulietta sembrano indurirsi e gonfiarsi. Anche Lucy e’ eccitata. Si sta accarezzando il clitoride e lentamente scende verso il basso, nella sua piccola rosa dischiusa.

“Si cagna, godi, soffri! Il tuo corpo è nostro adesso!” le urla la donna. Giulietta soffre, è vero, i seni sono più sensibili a causa dei cambiamenti ormonali dovuti al ciclo, ma il piacere che Lucy le sta concedendo crea un contrasto meraviglioso che la getta in uno stato di confusione e di sottile frenesia. Dalle sue labbra sembrano uscire dei piccoli “Si” eppure percettibili smorfie di dolore si dipingono spontanee sul suo volto.

La donna è eccitata, sorride beffarda.

“Lucy, adesso basta! Voglio che la puttanella soffra un po’! Mordila!”. A queste parole Giulietta spalanca gli occhi. Si chiede cosa questa donna crudele abbia in mente, ma poi posa lo sguardo su Lucy confidando in lei. Lo sente, non le farà del male. Così chiude gli occhi e si lascia andare, ma la ragazza deve eseguire gli ordini della sua padrona e con uno slancio fulmineo addenta i seni di Giulietta che grida forte! Il dolore è lancinante, sussulta, tenta di ritrarsi, ma Lucy l’afferra per i fianchi e la costringe a stare ferma. Le morde i seni, le areole, i capezzoli e Giulietta si dimena, cadendo quasi all’indietro. Lucy la riprende velocemente per le spalle, stringe le sue mani intorno alle sue braccia, la morde, la morde ancora. Il ventre di Giulietta sale e scende. Le lacrime scorrono dai suoi occhi. Sembra essere ripiombata nel terrore. La donna invece ride mentre si eccita a vedere la sua nuova schiavetta torturata così.

                                                 

                                             


“E brava cagna! Ahhh!! Pensavi di poterti prendere l’orgasmo come e quando vuoi tu? Ahahahah. Puttana! Sei solo una piccola e stupida puttana!”.

Lucy la sta ricoprendo di segni, senza che Giulietta possa ribellarsi. Il dolore però adesso sta cominciando ad assumere un’altra forma, è come se diventasse piacevole, eccitante e senza rendersene conto espone i suoi seni alla ragazza, che li afferra con le labbra e con i denti, provocandole spasmi incontrollabili.

“Brava cagna! Questo è quello che fa una schiava ubbidiente. Si sottomette ed esegue gli ordini della sua padrona!” e mentre la donna le rivolge queste parole, a tradimento le infila un oggetto tra le gambe. D’istinto Giulietta le serra, ma la donna è più forte e riesce a divaricarle costringendola a tenerle aperte. La ragazzina è di nuovo terrorizzata. Piange, urla, cerca di alzarsi, ma le braccia dietro la schiena le ostacolano i movimenti. Anche Lucy la tiene ferma. Sembra quasi una lotta impari. La fiera braccata dai cacciatori.

Intanto la donna spinge quel coso dentro il suo corpo, sempre più in profondità, insultandola, schiaffeggiandole la fica. Giulietta è stremata. Sta forse lottando contro il suo stesso piacere. E’ questo il pensiero che lentamente si forma nella sua mente. Piano piano allenta le difese e si lascia prendere dalle due donne, completamente. 


                                                                                                     


“Puttana! Lo so che ti piace, lo so che stai godendo come una lurida troia!”. Poi d’improvviso la donna estrae l’oggetto insanguinato e glielo infila in bocca! Giulietta e’ nuovamente disgustata, ma lo accoglie dentro di se, lo lecca, lo succhia, mentre la sua saliva striata di rosso le cola ai lati della bocca.

Lucy continua a morderla, scendendo sul ventre, poi sul pube, le morde le grandi labbra, il clitoride, le piccola labbra. Poi le cosce e risale. Giulietta grida ma le sue urla sono soffocate dalla mano della donna che continua a spingerle dentro quel cazzo di plastica! La ragazzina e’ distrutta, scivola all’indietro, cadendo su un fianco. A questo punto il suo sedere e’ esposto alla vista delle due. Il buchino e’ visibilmente piu’ largo, un invito per Lucy che le infila dentro le sue dita e poi la lingua. Il suo tocco e’ cosi’ invasivo per Giulietta, ma la ragazzina gode.

Poi la penetra anche davanti e lei tenta di girarsi per spalancare le sue cosce al piacere. L’orgasmo sta per arrivare, ancora una volta, ma la donna non vuole concederglielo, cosi’ ordina a Lucy di andare a chiamare l’uomo.

La donna intanto schiaffeggia Giulietta sulla fica e la insulta “Puttana, non sei mai sazia tu! Mai!”. L’uomo entra, accompagnato da Lucy. Vede Giulietta sul pavimento, con le cosce aperte, macchiate di sangue. “Ah, la cagna ha bisogno di essere ripulita!”. Poi l’afferra e la slega. Le ordina di rimettersi a quattro zampe, Le fa indossare di nuovo il collare e cosi’ il guinzaglio. Giulietta e’ mansueta, tace. E’ completamente sottomessa. L’uomo la guarda da dietro. Ammira quel bellissimo sedere rotondo che la ragazzina mostra adesso con tutti i segni della nottata. Le accarezza lo spacco, scivola giu’ e la tasta fin dentro, penetrandola e sporcandosi del suo sangue. Tutto questo per la ragazzina e’ cosi’ schifoso, umiliante, ma allo stesso tempo la eccita come mai niente prima d’ora. L’uomo afferra il guinzaglio e la costringe a seguirlo.

Il corridoio rivela un’altra porta, che prima Giulietta non era stata in grado di vedere. E tutto adesso appare ancora piu’ sinistro ed inquietante. Quel buio spettrale la terrorizza. Ma quante porte ci sono?

L’uomo l’apre. E’ un bagno, con vasca. Giulietta pensa che finalmente potra’ lavarsi, ma lui si avvicina al water, tirandola a se. Inizia a pisciare, sporcando tutto intorno, schizzando anche addosso alla ragazzina, che ha fatto accucciare ai suoi piedi. Giulietta sembra rabbrividire, quella pipi’ le brucia sulle ferite, le cola addosso tagliente come una lama, le scivola dalla schiena al sedere.

L’uomo le ordina di girarsi. Lei non vuole, scuote la testa, ma lui alza la voce spaventandola e lei si arrende. Le offre i seni, lui li punta, schizzando sui capezzoli. Giulietta grida, mugola, i morsi di Lucy le hanno lasciato i segni e ora le bruciano. Poi le ordina di aprire le gambe. La ragazzina e’ restia, si muove lenta, nella speranza di non essere obbligata a ricevere la sua sporca urina dentro di se, ma lui strattona il guinzaglio e lei esegue. L’uomo punta il clitoride e la cosparge tutta. Giulietta sente le ferite urlare sulla sua pelle, i suoi seni gonfi sono bollenti e vogliosi, la sua fica e’ un lago. Geme a bassa voce, come se non avesse piu’ neanche quella per godere, dalle urla spese finora.

L’uomo ha finito. Ora le ordina di pulire con le mani e con la lingua. Giulietta non protesta, ormai e’ questo il suo destino. China la testa e comincia a leccare l’urina sul pavimento, aiutandosi con le mani. “Brava cagna, brava!”, l’uomo la deride, poi la riprende per i capelli “Adesso basta! Pulisci me!!”. La strattona ancora una volta e Giulietta porta le sue labbra sul suo membro rigonfio, avvolgendolo tutto. Lo succhia con passione, quasi ingorda. Si scopre smaniosa di lui, del suo corpo, delle sue mani, persino delle sue torture. Gode, le piace, geme, mugola. L’uomo l’afferra per la testa e aumenta il ritmo. Giulietta tossisce, ingoia, ma non lo lascia, non si ritrae. Ormai e’ assoggettata. E le piace.

Lui le viene in bocca, non la lascia finche’ la ragazzina non beve tutto, poi le ordina di entrare nella vasca. L’acqua e’ calda e c’e’ molta schiuma. Finalmente Giulietta puo’ concedersi il bagno.

Entra lentamente, le sembra di sognare. Anche l’uomo entra insieme a lei. La prende, la massaggia, la penetra, l’accarezza. La ragazzina sente di nuovo l’orgasmo arrivare. Non lo nasconde, non puo’. Se sara’ necessario lo supplichera’ di farla venire, ma l’uomo adesso l’accontenta. Si e’ rivelata una schiava ubbidiente, si e’ fatta sottomettere, un orgasmo glielo puo' concedere. Cosi’ la prende e con forza la penetra, l’avvinghia e Giulietta arriva.


Continua ... Terza parte


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