mercoledì 1 marzo 2017

COME NASCE UNA SCHIAVA 3 - IN AUTOGRILL



Apri l'armadio e prendi due cose in fretta e furia. Sono i miei abiti. Di scena, oserei dire. Li getti sul letto e mi lanci un'occhiata poco rassicurante.

Poi senza fiatare lasci la stanza. Io mi alzo e lentamente prendo gli abiti. Vorrei farmi una doccia, ma so che non me lo consentirai. Vuoi lasciarmi addosso il tuo odore, la tua calda sborra, le tue impronte.

Gli abiti sul letto non sono altro che una mini di jeans e un toppino bianco semitrasparente. Nient'altro. Nemmeno della biancheria intima. Quella non la indosso piu', da settimane. Me la lasci mettere solo quando mi riempi con i tuoi strumenti di piacere.

I miei seni e soprattutto i capezzoli sono ben in vista. E' la prima volta che indosso un top cosi' e ad essere onesta la cosa mi imbarazza non poco, ma sento gia' la fica che mi pulsa. E' calda. Oh se e' calda. E' come se avessi un cuore che batta all'impazzata.

Poi infilo i sandali tacco 12 che mi hai lasciato ai piedi del letto.
Mi guardo allo specchio. Con questi addosso sembro ancora piu' troia.
Mi lego i capelli e con un po' di trucco divento un'altra.
A te piace vedere come mi trasformo.
Da semplice ragazzina .... a sporca puttana!
E la cosa ti rende orgoglioso.
Bene, siamo pronti. Apri la porta di casa ed usciamo.

Lungo il tragitto non dici una parola. Non so dove mi stai portando. So solo che un po' mi fido, un po' no. Mi rendo conto che e' tutto un gioco, un gioco perverso, ma se questo gioco dovesse finire male? Anche per sbaglio, per scherzo, per una beffa del destino..... Che ne sappiamo noi.
Ora siamo in autostrada. L'asfalto si fonde sotto il sole cocente. L'auto va a tutta velocita', neanhe fossimo inseguiti dalla polizia. Se non moriro' per qualche gioco perverso finito male, moriro' per essermi schiantata con l'auto. Cosi' penso e chiudo gli occhi. Brividi lungo la schiena. Abbasso la testa. Meglio non pensare. Il cielo terzo mi da' quasi sollievo.

Poi ti guardo, sei concentrato sulla guida. Non una parola, non una smorfia. Fai quasi paura. Vorrei chiederti dove mi stai portando, ma so che non risponderai. Non fa niente. Ho accettato la sfida, ho accettato tutto. Sono nelle tue mani. Non c'e' niente che possa decidere ormai.

Sono gia' due ore che guidi. Il sole sta tramontando. Decidi di fermarti in un autogrill. Parcheggi e scendiamo. Dovrei camminare dietro di te, visto che sono la tua schiava, invece vuoi mandarmi avanti per vedere come gli altri mi guarderanno. Ho paura. E' tutto molto imbarazzante. Sono mezza nuda, ma sapere che tu mi vigili e che sei dietro di me mi tranquillizza.

Ad un certo punto noto dei ragazzi alla mia destra. Mi guardano e sghignazzano. Li sento fare dei commenti poco carini nei miei confronti. Ma che vuoi? Questo e' il gioco. L'ho scelto io in fin dei conti. Ad un tratto uno di loro si avvicina e mi sorride. Capisco che vuole chiedermi qualcosa, ma sembra non averne il coraggio. Allora uno dei suoi amici ci raggiunge e, dopo avermi squadrata dalla testa ai piedi, mi domanda se sono sola. Non faccio in tempo a rispondere che mi invita a seguirli. Dice che stanno organizzando una festa e che una bella ragazza come me non puo' di certo mancare. Poi scoppiano in una risata fragorosa. Ho capito molto bene le loro intenzioni. Non rispondo e proseguo, facendo finta di cercare qualcosa tra gli scaffali dei dolci. Tu mi superi e mi getti un'occhiata. Capisco che sei alla ricerca del bagno.

Ho paura a rimanere qui con questi tre deficienti che avranno a malapena 20 anni a testa, ma non ho altra scelta, non posso seguirti. Non me lo hai ordinato.

Cosi' sparisci sotto i miei occhi ed io mi sposto verso il reparto dei salatini, fingendo interesse per cose che non mi piacciono nemmeno. I ragazzi mi seguono, mi sono dietro. Non hanno alcuna intenzione di mollarmi. Ad un tratto uno di loro allunga una mano e mi palpa il sedere. Io mi giro di scatto e gli lancio un'occhiataccia, ma poi mi torna in mente quello che mi hai sempre detto, che quando il padrone non c'e' non posso prendere iniziative. Se sono una mignotta, mi devo comportare come tale. E' cosi' rimango li', mi hai fatto vestire da puttana e da puttana mi devo far trattare.







Continua ..... Quarta parte


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