lunedì 1 maggio 2017

ESPOSTA (7)





Il sapore torbido del sesso le scivola sul mento. E' forte, aspro, ricordo lontano del suo ex, quando ancora ogni cosa era repressa, sconosciuta, bandita. 

La donna insiste con il suo alluce, lo sfrega sul clitoride, poi scivola giu', verso il suo interno e spinge, per entrare. Spinge forte, penetrandola, rotenando dentro di lei. La ragazza si sente violare e l'idea che sia una donna a farlo, con i piedi, la fa sentire ancora piu' sporca e depravata. 
E questo la eccita follemente. 

Il padrone la osserva, legge il godimento sul suo esile corpo. E' fiero di lei. Fiero del suo coraggio di osare, fiero della sua devozione. Lentamente si sbottona i pantaloni e tira fuori il cazzo duro, gonfio, pronto a sborrarle in faccia, a sfregio, come ha sempre fatto. 

D'un tratto una mano si posa nuovamente su di lei, le cinge una spalla, poi una voce, anche questa di donna: "hey, stasera ci divertiamoooo!!!!!". 
La ragazza e' al buio. Sotto quella benda non filtra luce. Puo' solo immaginare, odorare, assaporare. 
La donna l'afferra per una ciocca e la costringe ad avvicinare il viso alla sua fica. 
"Basta cazzi adesso!". Spalanca le cosce e si strofina sul suo naso, sulla bocca, sul mento. La fa sentire cagna, sottomessa. Vuole umiliarla, cosi' come sta facendo l'altra. Trattarla da bestia, da animale, da puttana. 

La ragazza non riesce a respirare, ricoperta da quella carne fremente della troia che la tira a se' come fosse la sua schiava. E probabilmente lo e'. Il suo padrone deve averla ceduta per la nottata. 

Mille pensieri le passano per la mente: ha pensato che fosse pronta per essere esposta in questo modo? ha cosi' tanta fiducia in lei? come puo' essere certo che non scappera' o che non si rifiutera' di assecondare le voglie di altri?

Le risposte cadono nel vuoto. Puo' solo arrendersi alla sorte che il suo padrone ha riservato per lei. Di lui si fida.
Sa di essere osservata, non vuole deluderlo.  

D'improvviso una terza donna si avvicina al suo viso, le parla a bassa voce "Hey troia, questa e' la tua serata! Sei pronta?". Pronta a cosa si chiede? quello che le stanno facendo non e' abbastanza? No, sa bene che ce dell'altro. 

Poi sente le sue mani palparle le tette, tirarle i capezzoli, mentre la lingua della donna le scivola sul collo "Che bella puttana abbiamo stasera, una nuova troia tutta da scopare, da torturare!". 

Le mani continuano a tastarla, quasi a massacrarla. La ragazza geme, con quella fica fradicia in faccia, che le sta arrivando in bocca. Sente il clitoride della puttana colpirla ripetutamente. Un sapore acidulo di umori, misto ad urina, la sta letteralmente facendo impazzire. I polsi legati dietro la schiena le impediscono ogni movimento. Non puo' fare nulla, solo subire. Ma in fondo e' questo che vuole, e' questo che la eccita. 




Intanto, il piede della donna dietro di lei e' sempre piu' invadente, spinge e rotea, entra ed esce, scivola e graffia. E piu' il ritmo aumenta, piu' la ragazza si sente bagnare. 

"Allora puttana, stai godendo? stai godendoooooooooo???". Urla la donna. 
"Siiii, ahhhhhh, siiiiiiiiiiii", risponde la ragazza.  

D'improvviso un dolore lancinante la prende ai capezzoli. Una morsa, una stretta fortissima la fa gridare "Ahhhhhhhhhhhhhh".
La terza donna, seduta accanto a lei, le sta appuntando delle mollette. Due su ogni tetta. 
La ragazza si contorce, tra dolore e piacere. Apre le gambe, punta le ginocchia, divarica le cosce. 

La sua lingua riprende a leccare la fica della seconda donna ancora piu' selvaggiamente, mentre quella la tiene per la testa. 

"Dai puttana, dai! Lecca, leccaaaa!". La ragazza continua a leccare, senza sosta, ma preda della stanchezza ormai. 
"Dai puttana, fammi venire!". La donna la incita, non la lascia, e' sua, le spinge la testa verso di lei, su e giu', finche' fiotti di umori le sgorgano in bocca. 
"Bevi troia, beviiiiii!". Piu' voci in coro. Quanta gente sta assistendo al suo debutto? quanti uomini, quante donne? 

La ragazza si sente stordita, stordita dall'eccitazione.

Poi ..... di colpo la donna la lascia. La testa sembra penzolarle nel vuoto, in cerca di riposo, mentre quel piede continua a scuoterla, ad eccitarla. L'orgasmo e' in arrivo, lo sente crescere lentamente. 

Pensa al suo padrone. Spera che sara' fiero di lei, che non la lascera', seppur sa bene che un giorno accadra', magari per un'altra schiava, migliore di lei. 

Con la bocca impiastrata di sborra e umori, la ragazza si sente al massimo della depravazione. Alla sua prima esperienza, ancora non riesce a capacitarsi di quanti limiti lentamente stia superando. 





E' una cagna ormai. Le manca solo il collare. E poi ..... chissa' ancora quante altre cose le faranno subire. 
E intanto quel piede la sta violentando senza pieta'. I suoi gemiti diventano sempre piu' forti, piu' lunghi. Il corpo comincia a cedere e la ragazza si accascia su un lato. 

"Dai puttana, daiiiiii!!!!". La terza donna le tira le mollette dai capezzoli, poi ne fissa altre sul busto. 
"Ahhhhhhh, ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh". Urla, sempre ingabbiata in quell'harness di pelle. 

"La puttana urla ragazze! ahahahahah". D'improvviso sente un piede tastarle le labbra ed entrarle dentro. Con un piede nella fica e uno in bocca il padrone la guarda orgoglioso. Ora le sue urla sono soffocate, ma non i gemiti. 

Le donne insistono, la insultano "cagna! Sei la nostra cagna adesso! Il tuo padrone ti ha ceduto a noi per questa sera! Ahahahahah!". Risate e commenti si sprecano sullo sfondo.

Il brusio del pubblico solletica ancora di piu' la sua eccitazione, mentre un velo di vergogna le scende sul volto. Vorrebbe nascondere quelle smorfie di piacere, vorrebbe nascondere quel godimento perverso che la fa ansimare a terra.

Invece non puo', e' costretta a subire ogni tortura, ogni loro capriccio. Il sudore le scorre sulla pelle, il respiro si fa sempre piu' intenso. Quel piede in bocca le piace da impazzire. Lo succhia, lo lecca come quella cagna porca che e', che vuole essere. E il pensiero che altri uomini si stiano segando guardando il suo spettacolo la rende un lago. 

Adesso l'orgasmo e' prepotente e d'improvviso la sommerge come un'onda anomala. La scuote dalla testa ai piedi, la divora dentro.
La vergogna non l'abbandona, ma il piacere e' piu' forte. Le spezza la voce e la fa vibrare come fili d'erba al vento. 

Ora le donne si allontanano. La ragazza rimane distesa a terra, ancora tremante "Padrone ..... padroneeeeeeeee...".
Con la sua flebile voce cerca il suo padrone. E lui c'e'. Si avvicina, l'accarezza. Le toglie lentamente la benda dagli occhi.
I due si guardano. Lei sorride, anche lui

La ragazza vorrebbe chiedergli se e' stata brava, se ha superato la prova, se e' orgoglioso di lei, ma non riesce nemmeno a parlare. 

Il timore che possa tradirla, lasciarla per un'altra schiava .... la rende vulnerabile. 

Il padrone l'aiuta a sollevarsi. La bacia.
Poi ..... 

"Sapevo che eri pronta .... ".


"Ora, andiamo di la', la festa continua ..... "

                                                                     
                                

Nessun commento: