mercoledì 16 agosto 2017

LA TORTURA



Si direbbe un padrone cattivo, perverso, molto perverso. Pare tenga la sua schiava rannicchiata in un angolo, nuda. Sempre eccitata.
Ogni giorno una tortura nuova, diversa.

- Che fai, puttana? che fai con la testa china?
La voce del padrone tuona severa. La ragazza solleva lo sguardo.

- Niente Padrone, ti aspettavo.
- Baciami i piedi, puttana!

La schiava posa le labbra dischiuse sulla punta delle sue dita, lo lecca, lo bacia. Sale sul dorso, prosegue intorno alle caviglie.

- Basta ora!
D'improvviso l'afferra per un braccio e la solleva. La guarda negli occhi. E' fiero di lei, riesce a plasmare la sua mente a suo piacimento. Nessuna ha mai mostrato tanta devozione prima d'ora.

Le lega i polsi dietro la schiena, con un foulard di seta. La ragazza sente il cuore esploderle.

- Che fai, padrone? che fai? - chiede agitandosi.
- Zitta puttana!

Il respiro si fa greve. Si fida del suo padrone, eppure un brivido di terrore le scorre nelle vene.

Poi la benda. Stringe forte il nodo, mentre ascolta quei sospiri a mezz'aria.
- Lo sai puttana, quanto un padrone tiene alla sua schiava!?".
- Lo so padrone.
La ragazza e' immersa nel buio.
Lui la tiene per i polsi, le annusa le spalle, morbide, lisce. La brama ogni momento di più.

Quel suo portamento lo affascina, la schiena eretta, i seni pieni e alti.

D'improvviso la schiava sobbalza. Un oggetto sconosciuto le scivola sul corpo lentamente.
Sale e scende, tra le cosce, in mezzo ai seni, sulla schiena. La fa vibrare.
E' il padrone che la provoca con il frustino in pelle, mentre con l'altra mano la tiene salda a sè.

La ragazza inizia lentamente a gemere, sospira, gonfia il petto, ondeggia il bacino, allarga le gambe. Il padrone insiste, le incolla quel manico rigido alla fica e spinge. La penetra con la punta, lo fa ruotare, poi riscende, inumidendole le cosce con la sua sbroda calda.

- Guarda come ti stai eccitando, troia!

La ragazza mugola, si contorce. Il padrone getta il frustino a terra e la mette faccia al muro. La stringe per i polsi, le tira i capelli e le sussurra parole sconce.

- Adesso ho proprio voglia di usarti, di vederti gemere come una cagna in calore!

- Mmmhhhh, padroneeee!!!!

- Zitta puttana!

L'uomo afferra qualcosa e di nuovo lo passa sul corpo della schiava. E' una piastrina metallica delle dimensioni di una carta di credito. Puntellata, aguzza, seghettata.



L'appoggia sulla tetta sinistra, esercitando una forte pressione e lentamente la trascina verso la tetta destra, tracciando una riga biancastra sulla pelle. Poi disegna un cerchio intorno al capezzolo, sull'areola, mentre la ragazza ansima, silenziosa. La pressione esercitata dalla mano del padrone è sempre più forte. Brucia. Sottilissime strisce bianche prendono forma sui suoi ampi seni, mentre seguono il suo respiro affannato.

- Ahhhhh, Padrone! Mmmhhhhhhh

La ragazza geme, ma la paura serpeggia costante dentro di lei, nella sua mente, nel suo corpo. Sente la lama tagliente inciderle la carne. Il terrore di essere lacerata la sgomenta, eppure l'eccitazione va oltre. Ha i polsi legati, poca libertà di movimento, ma con le mani cerca la coscia del suo padrone, la sente premere contro di lei. Vuole il suo cazzo, grosso, umido. Vorrebbe che le sborrasse sulla mano, sul sedere, ovunque. Si struscia su di lui con la schiena, il culo all'infuori.
Adora le sue torture, adora darsi a lui completamente.

L'uomo sente quella calda e piccola mano scivolare sul suo cazzo, accarezzargli le palle gonfie. Tira di nuovo la ragazza per i capelli e ancora una volta le riversa frasi sconce nell'orecchio

- Quanto sei porca, cagna! Hai le mani legate e cerchi il mio cazzo!!!!

La ragazza lo afferra, lo avvolge con dolcezza e con fermezza lo scappella. Lo tiene appoggiato al suo culo semiaperto. Lo vorrebbe dentro di se, ma sa che non può decidere niente.
Lo sente gonfiarsi, avverte le pulsazioni aumentare. L'eccitazione le sta dando alla testa.

Una lacrima le riga il volto, mentre il padrone continua a segnarla con il lato seghettato della piastrina, lungo il ventre. Scende sul pube e lo infila tra le piccole labbra. Spinge, ondeggia, ruota. Insiste in quel suo punto vulnerabile e fradicio. La sente eccitata, rapita.
Più preme e più la ragazza apre le gambe, espone il ventre, le tette graffiate e marchiate.
Piccoli segni rossastri raccontano il passaggio della lama aguzza della piastrina.

Il padrone infila il ginocchio tra le sue cosce e la ragazza inizia a strusciarsi contro di lui. Il clitoride gonfio e rosso sbatte sulla coscia dell'uomo.

- Brava puttana, guarda come godi!
Il padrone ghigna, mentre osserva le espressioni di godimento sul volto della sua schiava.

Di nuovo con la piastrina torna a graffiarle il ventre ansimante, le tette procaci, erette. La punta acuminata affonda nella carne bollente. La ragazza geme, sembra tentare di liberarsi dalla sua morsa, ma gode, la tortura la eccita come mai prima d'ora. Implora il padrone di smettere eppure divarica quelle gambe affamate di piacere. I sospiri si fanno più intensi, lui la apostrofa come le si addice, puttana.

Si, è la sua puttana, privata, personale.
La sua schiava.

Poi di nuovo giù, oltre il pube, sulle grandi labbra spalancate e umide. La piastrina delinea segmenti di dolore che il padrone stabilisce, di volta in volta. Porzioni di piacere che aumentano ad ogni suo sospiro.
Insiste la sua mano possente, preme fino a penetrarla, quasi a tagliarla, mentre lei spasima e gode. Si offre a lui come un fiume in piena. Lo cerca, lo vuole, lo chiama.

- Padrone! Padroneeeeeeeeeeeee!
- Zitta cagna!

L'uomo continua, risale lentamente. Altre righe bianche si diramano fino ai capezzoli, poi ancora giù, tra le cosce umide. Le afferra il clitoride, lo sfrega con la piastrina, poi la gira dal lato acuminato, spinge ancora. La sente bagnarsi sempre di più. La sente venire. Un grido di piacere esplode all'improvviso. Le gambe sembrano cederle, agita le spalle.

- Ahhhhhhhhhh, mmmmmmhhhhhhhhhhhhhhhhhhh.
Padroneeeeeeeeeeeeeeee!

L'orgasmo l'ha travolta sotto la tortura della piastrina acuminata.
L'uomo ha il cazzo in tiro e desidera fotterla ora, lì, senza nemmeno darle il tempo di riprendersi. La scaraventa sul letto e la possiede senza censura. Una mano sul collo. Sguardo severo. Affonda dentro di lei come un animale selvaggio. 

L'adrenalina sale. Il padrone le morde le labbra.
- Sei soltanto mia puttana, ricordalo! Soltanto mia!

Un'altra lacrima le riga la guancia. Con le gambe lo avvinghia e si lascia possedere senza riserve. 

- Padroneeee!

L'uomo aumenta il ritmo, sta per venire. Le afferra il viso, le morde il collo, poi di colpo si alza e le sborra in faccia, sborra bollente che le cola sul mento, sul naso, sulle labbra, ovunque. 
La schiava apre la bocca per riceverla meglio. L'uomo si svuota dentro di lei. Si spinge fino in gola, umiliandola!

La ragazza ingoia, tossisce appena. Ha le labbra sporche ora, sporche di lui.

Il padrone le toglie la benda, la guarda orgoglioso. 
Lei ricambia, con un lieve sorriso. Vorrebbe essere slegata, ma non ha il coraggio di chiedere. Non osa.

Si agita leggermente, mostrando i polsi legati con il foulard di seta. L'uomo capisce, l'afferra per il nodo e la mette a pancia in giù. Lo strattona, poi scivola con l'indice nel solco, tasta il buchino e lo penetra.

- Puttana, non è ancora ora. 
Non ti slego!


1 commento:

Anonimo ha detto...

Wow