venerdì 10 marzo 2017

A CASA DEI PADRONI DI TRENTO 3



Non capisco piu' nulla, ho gli occhi chiusi, la lingua tra le dita della padrona, la bocca spalancata, la fica fradicia, infilzata dal piede del padrone. Ahhhhhhhhh!

Sto perdendo i sensi, il piacere e' dirompente, mi travolge. Ansimo sempre piu' forte e un altro orgasmo arriva, rapido, fulmineo, Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
Mi accascio a terra, intenta a recuperare le forze, mentre sento i loro piedi strusciarsi su di me, sul mio corpo sudato.

"La puttana e' venuta! Ora tocca a noi!".

La padrona mi sferra un leggero calcio sulla guancia "hey schiava! Alzati! Portaci il primo. Subito!".

"Si padrona!". Ho ancora la fica pulsante e le gambe tremanti, ma mi alzo, gattonando fuori dal tavolo. Tolgo i piatti e mi dirigo in cucina. Mi sembra tutto cosi' assurdo, cosi' esagerato, oltre ogni limite, ma mi piace da morire. E' come una droga per me, sento che non posso farne a meno.

Prendo il primo e lo porto di la'. La padrona mi guarda quasi con aria di sfida.
"Avvicinati puttana!". Mi avvicino e le porgo il piatto. Mi afferra per il polso, con forza. Ma non fa male. Vuole solo intimorirmi. Ha capito che il ruolo mi eccita.

"Sei una sporca depravata. Ora lo sai cosa voglio da te?". Non rispondo, preferisco sentirlo da lei, guardare le sue splendide labbra rosse che si muovono sotto i miei occhi lucidi.

"Voglio che mi lecchi la fica, che mi fai venire!". Il suo tono altezzoso mi impressiona, mi pervade, mi sento pendere dalle sue labbra.
"Si padrona! Ogni cosa per te". Scandisco lenta, incantata dalla sua crudele bellezza.

Mi inginocchio di nuovo e mi posiziono tra le sue gambe gia' aperte. Le accarezzo dolcemente, le ammiro, le annuso, le bacio. Ha una pelle morbidissima. Voglio essere la sua umile serva e adorarla.

Piano piano salgo verso le sue cosce tornite, sollevo la minigonna e infilo la mia lingua, che si avvicina sempre di piu' alla sua splendida fica, glabra. La tasto con un dito, e' bagnata. Le sfioro il clitoride, gonfio, le accarezzo le grandi labbra, le dischiudo, afferro le piccole labbra ed inizio a leccarla. Il suo odore e' agrodolce, intenso. Lo respiro con devozione.
Lei muove appena il bacino, apre le gambe ancora un po', si sporge in avanti, me la offre tutta. E' a mia completa disposizione, come la mia bocca e' alla sua.

Affondo con la lingua, i suoi umori si sciolgono sulle mie labbra, la succhio, la mordicchio. Voglio darle un piacere infinito. Le mie dita si muovono dentro e fuori dal suo buchino. Lo allargo, lo penetro, lo soffio. Di colpo la sento gemere. Aumento il ritmo, lecco piu' veloce, le accarezzo le cosce vellutate. Strofino il mio naso su di lei. Altri gemiti, questa volta piu' intensi. Sento le sue mani afferrarmi per i capelli.
"Puttana! Continua cosi'! Ahhhhh, Ahhhhhh!". 


La padrona geme, mentre mi strattona la testa e quasi mi soffoca. La mia saliva scivola dentro di lei. La sto per divorare. I suoi umori ora aumentano e sgorgano come lava. Comincio a berla, mentre lei continua ad ansimare.
"ahhhhh, ahhhhhhh! schiava schifosa! ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh!".

Poi, d'improvviso rallenta il ritmo, ma non mi lascia. Ha ancora le sue mani tra i miei lunghi capelli mossi. Non mi importa di sentire dolore, sono la sua schiava e voglio ubbidirla in tutto e per tutto!".

"Puttana, continua, lecca la tua padrona, lecca!". Ubbidisco. Le mie mani sono ora sui suoi fianchi nudi. Ho voglia di tastarle il culo. Ho voglia di scoparla. Mentre le passo la lingua sul clitoride non faccio a meno di ripetere nella mia mente "Padrona ti amo". Eppure non la conosco.

Le sue mani ora scendono sulla mia schiena, la sento graffiarmi. L'orgasmo sta di nuovo prendendo il sopravvento su di lei. Continuo, non mi fermo.
"Schiava, lecca, lecca la tua padrona!". La sua voce si fa squillante, il respiro profondo. La sento tremare ed eccola arrivare! Finalmente. E' un lago che mi esplode in bocca.

"Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, ahhhhhhhhhhh, ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh". Apre e chiude le gambe, mi tira i capelli. Mi sento la sua bambola di pezza. Lo adoro.

Rimaniamo immobili per qualche istante, anche se da qui non mi alzerei. Potrei leccarle la fica in continuazione.

"Schiava, alzati!". Eseguo. Mi pulisco leggermente la bocca, mi lecco le dita. Il master mi guarda. Ho gia' capito.
"Puttana, e il tuo padrone non lo veneri?". Mi inginocchio di nuovo, questa volta sotto le sue gambe. Ha un cazzo enorme. Sento un brivido improvviso allo stomaco. Mi avvicino, inizio a baciarne la punta, tonda e liscia, mentre tengo le mani sulle sue cosce. Sono grosse, possenti ed io mi sento cosi' piccola, fragile. Adoro tutto questo. Adoro.

Tiro fuori la lingua, lo lecco intorno, dal basso verso l'alto, lo succhio, lo accarezzo con le dita, tasto le palle, pelose e pesanti. Le strofino contro le mie labbra, il naso. Ci sputo sopra e riprendo a leccare, mentre lui comincia leggermente a spingere. Sento i primi gemiti di piacere. Mmmmmmm, mi sto eccitando! Sento la mia fica bagnarsi, pulsare. Ho voglia di strofinarla contro la sua gamba, come una gatta in calore. Ohhhhhh, devo farlo, devo! Uhhhhhhhhhhhh

Continuo a succhiargli il cazzo e piu' lo succhio piu' mi sento avvampare. Dalla cappella cominciano ad uscire goccioline di sperma. E' salato e forte. Lo pulisco, lo lecco, lo bacio. Voglio spingermelo in gola. Lo voglio tutto, dentro di me. Lui mi afferra per la testa e comincia a premere.

"ahhhhhhhhhhhhh, puttana! ahhhhhhhhhhhhhhhh! Ingoia schiava, ingoia!". Le sue grosse e rozze mani mi afferrano per la nuca. Urla, ansima. Ho dolore alla mascella, ma non mi fermo, non protesto. Spinge forte, lo sento in gola, violento, mi stimola conati di vomito, ma non vorrei essere in nessun altro posto.

"Puttana! Puttanaaaaaa, succhia il cazzo del tuo padrone! Troia, porca!!". anche io comincio a gemere, in ginocchio, cosce aperte e fica bagnata. Il master continua "troiaaaaaaa, troiaaaaaaaaaa!". 

Tossisco, soffocando il respiro .... finche' non arriva. I suoi fiotti bollenti schizzano ovunque, fuori e dentro la mia bocca, usata come sborratoio.
"Bevi puttana, beviiiiii!". La mia lingua si affanna a non perdere nemmeno una singola goccia. Mi sento ingorda e orgogliosa di me stessa per essere stata cosi' ubbidiente. Lentamente allontana le mani dai miei capelli. Io mi sposto, esco dal tavolo e di nuovo mi pulisco le labbra.

La padrona mi guarda "Beh, che c'e'? ora che hai fatto il tuo lavoro puoi anche tornartene in cucina, schiava depravata! Vai e restaci fin quando non ti chiamiamo. Facci finire il primo!".

"Si padrona". Mi volto e torno in cucina. Devo assolutamente sedermi e gustarmi i loro umori in un angolo. E poi toccarmi, si. Toccarmi. La mia fica e' ancora bagnata e vogliosa. Ho voglia di venire ancora. E ancora.



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