martedì 28 marzo 2017

ESPOSTA (2)

La liberta' che lei cerca .....
e' una liberta' che solo lui puo' darle .....
Lui ...
che da' voce alla sua anima nera
quella oltraggiosa
quella libidinosa






Il viaggio e' breve e i due raggiungono in fretta il locale.
La ragazza scende dall'auto, intimorita. 
Si sente tirare dall'harness.
L'imbarazzo le fa rallentare il passo. 
Come se potessero guardarla attraverso.

"Entriamo! Ci stanno aspettando!".
Il padrone la tiene per un braccio.
Lui.
In abito scuro. 

Si siedono in un angolo. Si guardano intorno. Musica e luci basse incorniciano l'atmosfera da prive' erotico/porno.

La paura e' una vibrazione che lei conosce molto bene. Guarda il suo padrone. Si sente eccitata, eppure l'ansia la prende allo stomaco.

Uomini eleganti, dai modi disinvolti, sorseggiano calici di cristallo.

Lui le si avvicina, notando quella vena di smarrimento nei suoi occhi. Vorrebbe rassicurarla. 
Le accarezza una coscia. Poi sale, le sposta il lembo del vestito, in cerca dell'harness. Lei sobbalza. 

"Sei la mia puttana stasera, ricordalo!". Questa volta la sua voce e' calda, profonda. La seduce. 
Lei resta immobile, mentre il cuore e' a mille. 
Qualche uomo la nota. La osserva. 

Lui riprende ad accarezzarla, la mano invade il suo spazio segreto. Lo penetra. Lo pizzica. 
Sa come farla godere, come farla gemere, ma non c'e' fretta. 
La tocca appena.

"Non so se sono pronta, non ..... ". Un brivido intenso le spezza la voce. Con una mano stringe la gamba del padrone. 
Lei,
che sta iniziando ad entrare nel mondo delle sue perversioni. 
Quello reale. 

"Sarai pronta quando lo decidero' io. Adesso rilassati".

Ma lei continua a vibrare, inquieta, sul filo del rasoio.

"Cosa vuoi farmi fare?". La voce tremante rivela la sua profonda angoscia.

"Niente che tu non voglia. Niente che la puttana dentro di te non abbia mai desiderato".

Il silenzio cala d'improvviso. 
Tutti i discorsi fatti, ora le tornano alla mente.
Discorsi che adesso custodisce anche lui. 

Lei, costantemente soggiogata da quelle turpi fantasie che non ha mai osato rivelare a nessuno. Fantasie di cui si e' sempre vergognata. Fantasie ritenute sporche, immorali, sconce.

Fin da bambina sentiva quel desiderio ribollire dentro di se'. 
Si sfilava le mutandine, sotto le coperte, e nel silenzio della notte assaporava quel piacere che le avevano insegnato a deplorare. 

Aveva qualcosa dentro, qualcosa che prima o poi sarebbe venuto fuori. Provava a reprimerlo eppure quel desiderio si faceva prepotente. Le sobillava la mente. 

"Padrone ...... hhhhh!". La mano di lui le solleva lentamente il vestito, lasciando intravedere l'harness tra le cosce. Il dito scivola in mezzo, strofinando il lembo di pelle nera sul clitoride umido. 

"Padrone ... hhhhmmmm!". La ragazza sente l'eccitazione diffondersi sotto pelle, sfrega le cosce, come se volesse chiuderle, ma asseconda quel piacere incontenibile. 

"Padrone, ho paura .... mhhhhhh ...... hhhhh!".

Il padrone insiste, solleva il lembo di pelle nera e scopre completamente il clitoride. Lo mostra, le allarga le cosce. Lo strofina dolcemente.

"hhhhhhhhh ..... hhhhhhh!". La ragazza geme, socchiude gli occhi, poi li riapre, in cerca di spettatori, spaventata ma curiosa. 

"Devi imparare a gestire la paura. Usa l'eccitazione". 

"hhhhhh .... mmhhhh. .... .ohhhhh .... mmmm ... padrone!". La ragazza non riesce a parlare. Una parte di se' vorrebbe trattenersi, ma l'altra freme. 

Continua ...  Terza parte

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