martedì 21 febbraio 2017

IL FIUME ARRIVA E MI TRAVOLGE - 2' PARTE


E in un battibaleno spalanca la porta finestra e mi spinge tra le piante. Mi prende, mi stringe, mi fa sua. La pioggia battente scivola rumorosa sui nostri corpi, sui nostri capelli, tra le ciglia, in mezzo ai nostri lascivi baci, la sento picchiettarmi i seni, scendermi sul sedere. E un tuono feroce rimbomba improvviso sopra di noi. Il pazzo non mi lascia, sembra rapito dal delirio. Sfila il giocattolino dal mio esile corpo, candido come la luna e mi accarezza passionale. Io porto il mio ginocchio al suo fianco, lui afferra la mia coscia e affonda come un toro nella mia tenera rosa. Non se ne cura il porco, affonda, affonda il bastardo!

Ancora un tuono. Ancora un lampo. Illumina a giorno.

Il pazzo non molla, lo prendo per quel bellissimo fondo schiena che vorrei sbranare. Lo sculaccio. Lo mordo ancora sul collo, lo prendo per i capelli. Poi rientriamo, correndo. Lui mi trascina in casa come fossi la sua bambina cattiva. Mi sbatte sul divano e ricomincia a possedermi. All'improvviso la corrente se ne va. Le gocce di cristallo che pendono dal soffitto non diffondono più quel magnifico arcobaleno. La luce è andata. Siamo al buio!

Mmmhhhh .... prendo delle candele. Sono bianche e tozze. Le accendo e le posiziono una ad una in tutta la stanza. Sembra quasi di essere in un film romantico .... o in un film ..... dell'orrore?

Ah ah !!!! L'ultima candela l'appoggio sul basso tavolino accanto al divano. Angolazione perfetta per il nuovo giochino del porco. Piegata come sono, può ammirare tutto il panorama del mio morbido sedere. Lo sento arrivare nonostante il passo felpato. Con una mano mi tiene bassa la schiena, con l'altra esplora il più segreto dei miei nascondigli. Lo sento arrivare con la lingua, leccarmi tutta e poi aprirmi lentamente con le dita. Sento la sua saliva scivolare dentro di me. Oh si, ne voglio tanta, tanta. E ancora un altro dito e poi ancora la sua lingua. Ohhhh. E mi prende così, poco alla volta, con grande determinazione, con grande goduria, con grande frenesia. E' un crescendo. Il bastardo spinge, è come una spada. Io ansimo. Il mio respiro fa tremare la fiamma della candela che è sotto il mio naso. Intanto il temporale picchia, ulula, sconquassa. E il porco spinge, spinge. E la candela si spegne. E il lampadario trema, io tremo. Mi gira la testa. Le mie mani sono avvinghiate al tavolino. Oppongo resistenza. Sembra una lotta. Ancora un lampo, potente. Sembra di nuovo giorno. Ma è un attimo.

E intanto il porco continua, il tavolino trema, il fumo della candela mi dà alla testa. Ed ecco cadere a terra il bicchiere di vetro. Piccole e grandi schegge corrono a nascondersi sotto il divano. Ohhhhhh. Lo sento arrivare. Lo sentooooo. Il bastardo sta arrivando, ma non manco di seguirlo. La sua mano sul mio clitoride gonfio mi sta portando all'apice dei sensi. Bang!

Ci siamo! Madidi di sudore e di pioggia. Stravolti. Lacerati dal godimento. Il poverino sembra distrutto. Si va a sdraiare sul peloso tappeto bianco. Mi guarda. Mi fa cenno di seguirlo.

Mi sdraio su un fianco accanto a lui, accarezzo la sua pelle, le sue braccia, il suo torace. Alla fievole luce di queste candele seguo le linee del suo corpo, passo le mie dita sulle mie labbra, le bagno con la mia saliva e accarezzo le sue. Mi guarda eccitato e noto dei piccoli brividi scorrergli dentro.

Poi mi sdraio sopra di lui, completamente. Mi dondolo un po' per stuzzicarlo, lo annuso …. gli sfioro le labbra, poi gliele mordo appena.

Ad un tratto l'occhio mi va su un frammento del bicchiere di vetro caduto prima e ho un'idea. Cosi' allungo il braccio e lo afferro. Lo tengo in mano e lo osservo, lo rimiro in questa penombra.

Manuel mi guarda, guarda il pezzo di vetro che ho in mano. Sembro forse pericolosa?

Uh, se mi scappasse ……

lo tengo saldo fra le mie dita, lo bacio, lo mordo, ci passo la mia lingua sopra. intuisco dal suo sguardo che teme per me, teme che possa tagliarmi. Mi diverte provocarlo. Cosi' appoggio una delle parti piu' aguzza nell'incavo del suo ombelico e ci giocherello lentamente. Il suo ventre sale e scende. Poi faccio dei piccoli cerchietti intorno, lo solletico. Lo faccio risalire su, verso I suoi capezzoli, anche qui piccoli cerchi concentrici. Calco un po', ci soffio sopra, poi lecco. Ahhhh, lui chiude gli occhi, rabbrividisce, ma sorride. Lo sto facendo eccitare il porco.

Poi riprendo. Questa volta scendo, vado giu', sotto la sua pancia, all'altezza del pube. Il suo cazzo e' duro. Passo il pezzo di vetro proprio alla base dell'asta. Ha paura il codardo. Teme un'evirazione. Bene, lo faccio soffrire, lo faccio pensare, immaginare. Ops … e se mi scappasse la mano? In effetti potrei farlo ……. ma voglio ancora godere ….. quindi no.

A pensarci bene pero'

un bel taglietto

o qualche taglietto .... mhmm.....

sarebbe divertente ...........

vado su e giu' con la mano. Il suo respiro si fa piu' intenso. Non ha il coraggio di dire che ha paura, paura che possa, anche accidentalmente, fargli fuori la bestia feroce.

Intanto calco sempre di piu' la mano. Un piccolo graffio appare all'improvviso. Lo sento sussultare. Segue con lo sguardo ogni mio movimento, pero' non mi ferma il bastardo. Preferisce rischiare e mostrare di essere impavido. Ummmmhhh.

Visto che ci sto prendendo gusto continuo ed un altro graffietto compare sotto il mio perfido tocco. Goccioline di sangue scivolano tutte intorno, le accarezzo con le dita. Ora ho voglia di leccarglielo. Mi avvicino con la bocca e succhio quel cazzo da toro che gli sto torturando. Sembra sollevato. Ora gode il porco, gode dannatamente. Lo sento.

Bruciano le ferite? Bruciano bastardo?

Sapessi come bruciano quelle dell'anima. Queste le puoi medicare, quelle no.

Ahhhhh, mettiamo a tacere I tristi pensieri. Non servono adesso. Voglio solo concentrarmi su questo bastardo. Sono eccitata. Mi alzo e prendo una candela. La porto vicino a noi, guardo la fiamma, guardo lui. No, tranquillo, non voglio darti fuoco …. e d'improvviso rido a gran voce. Il poverino ha un altro sussulto, devo averlo spaventato. Mi diverto. Ohhh se mi diverto. Come una pazza. Poi rovescio appena la candela e la cera bollente cade sul suo braccio. Sul torace. Vicino ai capezzoli. Sul pube.

Un altro tuono potente

Lampi furiosi.

Vibrazioni. Dentro e fuori.

Con un soffio spengo la fiamma.

Poso la candela lontano e mi siedo come un'amazzone su di lui. Non ho la faretra dietro la schiena, ma tante frecce al mio arco, con punte avvelenate. Lo cavalco con passione. Lo guardo negli occhi, lo voglio tutto, voglio che mi scopi come non ha ancora fatto. Voglio che mi stordisca. E in un attimo mi afferra per I fianchi e mi detta il ritmo. Poi mi capovolge e me lo ritrovo sopra, sento quasi il suo peso schiacciarmi. Mi prende per i polsi, me li porta sulla testa, mi blocca. Mi morde il collo. Bastardo, mi fai eccitare, mi fai perdere! Ogni freno, ogni controllo.

Non farmi perdere la testa. Questa non te la do. Adesso la voglio vuota.

Poi lentamente allenta la presa, scivola sui miei seni, me li bacia, me li lecca, sento la sua saliva scivolarmi sui capezzoli. E' tanta, e' sempre di piu', e' fredda, la sento colare sulla mia pelle bollente. Con la lingua la spalma nell'incavo dei miei seni, la trascina giu', verso l'ombelico. I miei gemiti vibrano nell'aria fresca della notte. Nell'aria fresca di questa stanza di cui la notte si e' impossessata.

Poi scende, porta le sue umide labbra sul mio pube, bagna anche questo, e' come un fiume, un fiume che mi prende e mi travolge. Mi lecca, mi assaggia, mi ruota dentro, mi solletica. Incrocio le ginocchia dietro il suo collo e lo avvicino piu' che posso alla mia fica. Ora inondami ti prego! Lo senti il calore che sto sprigionando? Lo senti il fuoco che ho dentro? Prendilo con la tua bocca e portalo nella mia. Lo voglio mangiare. Mi voglio nutrire di questo.

Ma lo stronzo non lo fa, non me lo da', se lo tiene tutto per se'. Egoista! Ecco a quale razza appartiene. Anzi, ci infila il suo animale selvaggio, nel mio giardino privato. Vuole sfondarlo. Innaffiare le mie rose profumate. E lo fa. Lo fa con tutta la ferocia di un guerriero.

Affonda di nuovo la sua spada di ferro e pugnala il mio paradiso senza pieta', senza alcun freno. Cosi' lo voglio, cosi' mi piace! Potente. Cattivo.

Intreccia le sue dita nelle mie, me le spinge verso l'alto, lo sento mordermi le guance vicino al collo. Ora perdo I sensi, lo so, li perdo …. trascina lentamente la sua lingua nelle mie orecchie, respira affannato. Quante sfumature di piacere esistono in questo spettro di libidine?

Infinite. Infinite.

E un altro orgasmo divampa nel mio ventre come un incendio.

E un altro fiume arriva e mi travolge, il suo, il mio.

Poi sfatto, ricade a pancia in giu' sul tappeto. Chiude gli occhi, cerca di riprendere fiato. Lo guardo silenziosa. Ho i capelli completamente in disordine, bagnati di sudore, di saliva.

Mi e' venuta una gran sete, ho voglia di bere altro vino. Mi alzo e afferro la bottiglia rimasta a terra al lato del divano. Strano sia tutta intera.

Mi attacco come un'ubriacona e noncurante lascio rovesciarne un po' sul mio mento, sul collo, sui seni, sui capezzoli. Come una sottile pioggia che rinfresca campi arsi dal sole.

Oh cavolo, ho ancora dannatamente voglia! Il porco continua a tenere gli occhi chiusi. Ora mi siedo in ginocchio a gambe aperte, voglio giocare con il collo di questa bottiglia ancora mezza piena. E' freddo, bagnato, scivola dentro di me. Lascio che il mio bacino salga e scenda, mentre mi raccolgo i capelli dietro la nuca, ad occhi chiusi.

Il porco continua a pesare sul mio tappeto. Devo trovare un modo per farlo riprendere. Mi guardo intorno e ….... bang ….. un'altra idea!



Continua .... Terza parte

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