venerdì 7 luglio 2017

SE TELEFONASSI AD UNO DI QUESTI NUMERI (3)





Trascorro cosi' un'altra nottata, divorata da orgasmi e droghe. Sono entrata in un tunnel di perversioni e follie, di giochi che non mi appartengono. 


Le lenzuola sono umide, quando mi sveglio. Devo aver sudato. Mi asciugo la fronte appiccicosa, mi guardo intorno. Un altro corpo nudo, disteso accanto al mio. E' quello di Miranda, sensualissima. 

Sospiro. Vorrei alzarmi, ma sento di non avere la forza. 

D'un tratto la porta si apre. Il grassone entra, fendendo l'oscurita' della stanza. Si sdraia accanto a me e comincia a palparmi. Mi accarezza i seni, i capezzoli scuri, poi il ventre. Allargo le gambe e la sua mano scivola nel mio triangolino umido. Si infiltra abile, freddo, con fare viscido e porco, ma mi piace. Chiudo gli occhi, mi lascio penetrare ancora una volta, dalla sua grassa mano, mentre Miranda dorme. Giocherella con il mio nuovo gioiello, lo tira, lo preme, lo afferra con i denti ed io gli cingo la testa con le ginocchia, lo tiro a me e lo spingo sulla mia fica aperta e vogliosa. Mi faccio leccare, aprire, succhiare. Voglio l'orgasmo, ne voglio un altro, lo voglio adesso e subito! Cosa e' diventata la mia mente? cosa mi hanno fatto questi porci?

Il grassone mi fa arrivare ed io gli vengo in bocca. Poi comincia a parlare, a bisbigliare qualcosa. Mi racconta del suo locale, del quale scopro adesso l'esistenza, e dei suoi spettacoli. Mi parla di donne splendide dalle gambe lunghe. Bionde, more, rosse. Se l'e' scopate tutte. Si vanta il grassone. E con lui i suoi uomini, soci, amici. Vorrebbe che andassi a vederlo, vorrebbe anche presentarmi. Mi parla di soldi, tanti soldi. Mi dice che potrei farli anche io. Non dovrei piu' preoccuparmi di pagare l'affitto a fine mese. Potrei permettermi bei vestiti e gioielli. 

Beh, la cosa mi alletta, certo, ma quello che mi intriga di piu' e' l'atmosfera di cui parla. Quel lato oscuro ed equivoco. Mi racconta delle serate eleganti sui divanetti in pelle, mentre mi accarezza la schiena, scivolando verso il basso, affondando l'indice nel mio buchino ancora chiuso. Lo sento ruotare e sprofondare, poi risalire. 

Mi racconta di quanta bella gente e' pieno il locale ogni sera. 
Non rispondo. Sento i miei occhi chiudersi di nuovo. Intanto il grassone appoggia il suo cazzo dritto sul mio spacco, mi afferra per le spalle e comincia a schiacciarmi. Lo sento allargarmi il buchino, bagnarlo con la saliva e poi aprirlo a forza. Il dolore e' forte, ma rimango cosi', a farmi scopare in silenzio, a farmi possedere senza chiedere. Vengo presa e poi lasciata, appena dopo la calda sborrata. Mi cola tra le cosce, sul lenzuolo. Mi addormento cosi', mentre lui si alza e se ne va. 

Trascorrono altre ore, non saprei quantificarle. Ormai sono fuori dal tempo. ... quando mi sento svegliare. E' Miranda, mi scuote per un braccio, mi invita a vestirmi, la cena e' pronta, poi si va. Dove non so. Un altro mistero, un altro viaggio. 

Mi alzo, eseguo gli ordini. Mi vesto in fretta e li raggiungo nel salone. Finalmente si mangia. Sono tutti ancora qui, anche il tatuato.

Mi dice di voler controllare il piercing. Come?!!!! Lo guardo interdetta, poi ..... abbasso i jeans, le mutandine. Sotto gli occhi di tutti mi spalanca la fica e comincia a toccare. Sono bagnata, la cosa mi eccita non poco. Lo sento giocare con la mia umida pelle, dentro e fuori. Sfiora il clito ripetutamente, mentre gli altri mangiano. Sembrerebbe una masturbazione in pubblico. La cosa mi eccita talmente che mi viene un orgasmo in pochi secondi. Tremo, piccoli spasmi si ripercuotono su tutto il mio corpo. Schizzo sulle mutandine e il tatuato ride, ride di me. Poi mi fa rivestire e silenziosamente prendo a mangiare. 

                                                                                             



Finita la cena andiamo tutti al locale. Continuo a sentirmi le mutandine bagnate. Ho voglia, ho sempre piu' voglia. 

Il locale e' bellissimo, enorme. Sul palco ballerine mezze nude raccolgono gli applausi dai maschi libidinosi di ogni eta'. 

Il grassone vorrebbe che fossi una di quelle. Mi pagherebbe profumatamente. Le guardo per un po'. Sono davvero belle, con gli abiti di scena e il trucco acceso. Puttane canterine! 

Poi mi porta con se nel suo ufficio. Non ho nemmeno il tempo di ambientarmi, che apre una porta in fondo alla stanza e mi introduce in una sala segreta. Uomini e donne attaccati a calici scintillanti conversano. Si direbbe un festino per pochi intimi. Mi sento quasi onorata a far parte della combriccola. E Miranda? Non la vedo, deve essere rimasta nel locale. Mi sento quasi vulnerabile senza di lei. Una sottile paura mi prende alle viscere. Cerco di tranquillizarmi, sono sempre con il grassone, che pare tenerci a me. 

Uno degli uomini seduti sul divano si alza in piedi e si presenta. Avra' l'eta' del grassone, ma ne dimostra meno. Fuma un sigaro e mi invita a sedermi accanto a lui. Accetto, pure se titubante. Mi offre da bere. Vedo girare altra coca. Mi offre anche quella ed accetto. Non voglio sfigurare.  

                                                                        



Lentamente comincio a sentirne l'effetto. Di nuovo la testa leggera, una sensazione di vuoto allo stomaco e poi tante risate, adrenalina, caldo insopportabile. L'uomo comincia a spogliarmi, mentre allunga le sue manacce sotto i vestiti. Lo lascio fare, mi eccita, mi eccita da impazzire essere presa da uno sconosciuto. Lo sento infilarsi nelle mie mutandine e possedermi, mentre l'amico di fronte assiste alla scena segandosi. Un altro si avvicina e mi prende per i capelli, mi solleva la testa e mi obbliga ad aprire la bocca, premendo con il suo cazzone dritto e lucido. 

L'uomo davanti mi sborra sulla fica aperta, sulle mutandine bianche macchiate dei miei umori. Emozioni contrastanti si suseguono rapide. Vergogna, schifo, eccitazione, libidine. Tutto si mescola. Cerco il grassone con lo sguardo e non lo trovo. Intanto l'altro mi tiene per i capelli e mi sborra in gola. Mi obbliga a berla tutta. Non mi lascia neanche dopo la sborrata. Si fa leccare le palle, come fossi un animale. Con le mani mi soffermo sulle sue cosce pelose. Ora godo, ora sento l'orgasmo stritolarmi lo stomaco. Mi eccita sentirmi usata e piu' la cosa mi disgusta, mi umilia, piu' mi lascio prendere. 

Ho le sue palle pelose in bocca, quando un altro mi arriva alle spalle. Grosse mani callose mi aprono il sedere per spingersi nel mio buchino. Comincio a dimenarmi, quello continua, mentre un altro si da il cambio con l'uomo davanti a me. E un altro cazzo entra dentro la mia bocca. Di nuovo emozioni contrastanti si susseguono. Quattro uomini su di me, pronti a prendersi tutto cio' che vogliono. La mia fica e' aperta e riempita di dita che ruotano e spingono senza pieta'. Le mie tette morse e succhiate da un lurido vecchio che mi sta sborrando addosso. Poi oggetti, di varie dimensioni, mi vengono spinti dentro, davanti e dietro. Mi sento anche legare i polsi, per giocare con il mio corpo come fossi un fantoccio, un loro ostaggio. 

                                                                             
                                                      



Mi baciano con quelle bocche sporche di alcol e droga, di cibo piccante, speziato. Sono fradicia. La mia fica e' gonfia, rossa. Ho bruciori, ma li soffoco. La libidine di essere presa da cosi' tanti uomini, senza potermi nemmeno ribellare, alimenta nuovi orgasmi. 

Li sento divertirsi con il mio piercing e piu' spingono piu' mi eccito. Scosse di adrenalina, di piacere, orgasmi che si succedono senza freni. 

Da quattro diventano cinque, poi sei. Mi prendono per le braccia e mi trascinano sul tappeto.  A turno mi entrano dentro come bestie, si svuotano nella mia bocca, nel mio culo, mentre il grassone mi guarda e sembra godere della scena. Anche io godo, segretamente. Una parte di me non puo', non vuole mostrare quel perverso godimento che provo nell'essere usata, utilizzata come una puttana da quattro soldi. Tento di nascondere l'orgasmo, ma inutilmente. Mi piace sentirmi invadere senza alcun ritegno, lasciarmi toccare, scopare a sangue, da uomini di cui non vedo neanche il volto, di cui non so niente. 

Anche le donne mi guardano. Loro, che hanno gia' sicuramente giocato a questo gioco malvagio. Mi usano, mi umiliano, sborrandomi addosso e dissetando la loro sete di orgasmi. 

Il tempo trascorre cosi', veloce. Poi finalmente vedo Miranda entrare. E' ubriaca, mezza nuda. Si avvicina a me e comincia a spogliarsi. Mi abbraccia, mi bacia, si sdraia sopra di me. Sento i nostri piercing scorrere uno sull'altro. Le tette premere sul corpo dell'altra, le labbra leccarsi a vicenda. E quei luridi porci, con le loro manacce, abusare dei nostri corpi cosi' esili. Dita che entrano nel mio culo, aperto e bagnato. Poi nella mia fica. Cazzi che mi sborrano sul viso, mentre Miranda mi sfiora con le sue labbra carnose. 

Un altro orgasmo arriva, provocato da chi .. non so... Quanti uomini hanno strizzato il mio clito, morso le mie piccole labbra, strofinato quel piercing fino a farmi godere, a farmi vomitare il piacere come una troia, davanti a loro, sotto i loro sguardi infernali. 

Poi di colpo mi fermo. Sono esausta. Miranda si alza e va dal grassone. Li sento parlare. 

"Ora e' tua! Il conto e' chiuso. Hai quello che volevi! Non sono piu' in debito con te!".  
Non capisco. La troia mi ha forse venduta al porco? Ai porci?

Cerco di alzarmi, con qualche goffo tentativo. Riesco maldestramente a raggiungerla. L'afferro per un braccio e le chiedo spiegazioni.

"Iris, non hai capito che ormai sei sua!? Sei la sua puttana!"
"Come la sua puttana!? Che cosa hai fatto?!!!!! Miranda!!!!".

"Ascolta ragazzina, un tempo frequentavo il locale e mi drogavo. Lui me la dava, lui! Me la passava ogni volta che ne volevo un po', bastava andarci a letto. Poi un giorno cominciai a chiederne di piu' ma non avevo i soldi per pagarla e avere me non gli bastava. Mi chiedeva di portargli altre ragazze, altre puttane, ma quelle che gli rifilavo non gli piacevano. Dopo un po' lo mollavano. Le faceva scopare dai suoi amici, bestie che se ne approfittavano come hanno fatto con te. Poi sei capitata tu. Una manna dal cielo.
Sei porca! Molto porca. E bella Iris! Gli sei piaciuta subito e abbiamo fatto l'affare. Venendo qui hai dimostrato di poter essere la sua puttana! E il piercing non e' nient'altro che il suo marchio. Appartieni a lui ormai! Come gli appartenevo anche io un tempo. Ora sono libera. Il conto e' stato saldato!". 

Rimango disgustata! In silenzio e immobile. Miranda. La credevo amica, invece mi ha venduta a quel porco, a quei porci. Mi ha sfruttata, si e' presa gioco di me. Mi ha fatto scopare da tutti quei depravati vecchi schifosi. Ed io ho goduto! Ho goduto di quei maiali orribili, che si sono presi ogni cosa di me. Ogni mio orgasmo. 

Sento la rabbia montarmi dentro, vorrei strozzarla. 
Credevo di piacerle, credevo che stessimo diventando amiche. E invece mi ha barattato per della stupida droga!

Ora il grassone pretendera' da me la devozione di una puttana. Dovro' accontentare lui e i suoi soci. Di nuovo la sensazione della trappola. Verro' usata ripetutamente, finche' ........ non si stancheranno di me .... 

Mentre cosi' penso ... sento un sordo piacere alla bocca dello stomaco, una strana emozione di paura mista a libidine. 
Essere comprata come una schiava del sesso mi riempie di disgusto, ma allo stesso tempo di adrenalina. 

Miranda se ne va. Si riveste e lascia la sala segreta. 
Rimango senza parole, ma con mille pensieri.
Poi mi volto, vedo il grassone sorridermi. Ormai sono nelle sue mani, sono la sua puttana, sono di sua proprieta'. 
Proprieta'. Questa parola mi risuona nella testa, Sua, Proprieta'. 
Perche' un altro brivido mi prende allo stomaco? 

Ricambio il sorriso. Forse non sara' poi tanto male .... la vita da puttana!



1 commento:

Anonimo ha detto...

Esagerata, oscena...
Nessuno scrive come te, sai smuovere la libidine più perversa.
Mi ecciti...