martedì 28 febbraio 2017

COME NASCE UNA SCHIAVA 2 - A CASA DEL MIO PADRONE



Dopo aver raccolto i miei stracci ed essermi rivestita non ti sei curato di accompagnarmi a casa. Sono tornata malconcia e con la fica gocciolante. Mi sono spogliata, infilata nella vasca ed ho perso i sensi.

Non so come, ma al risveglio mi sono ritrovata nel tuo letto, nuda, mentre tu mi osservavi comodamente seduto in poltrona. Un potente fascio di luce solleticava le mie pesanti palpebre.

Eri silenzioso, forse assorto in uno dei tuoi perversi pensieri, di quelli che …... che mi fanno pensare, si, pensare ….. di quelli che mi atterriscono.

So che per come mi sono comportata, per come ho osato inveire contro di te, mi aspetta un'altra punizione.

Ora mi alzo, lentamente, mi guardo allo specchio. Ne hai uno enorme in camera. Ci sono ancora i segni del mio sangue, di quando mi hai legata, due sere fa, e con una lama piccola, ma affilata, mi hai decorato la schiena. Soffiandoci sopra. E poi leccandomi le ferite, con le tue labbra salate.

Ricordo tutto.

Mi specchio. Mi osservo. Ho segni dappertutto. Vedo le cinghiate e le frustate del tuo adepto. Deve aver superato la prova, immagino. Sarai contento di lui.

Ti guardo con occhi gonfi di paura. Tu invece te la ridi, anzi, ghigni.

Ti piace ammirare il mio corpo martoriato, ti diletti a scoprire quanti segni hai lasciato sulla mia pelle. Cosi' ti alzi e ti avvicini. Ti fermi dietro di me e lentamente appoggi le tue mani sulle mie spalle. Una smorfia di dolore si contrare sul mio volto. Abbasso gli occhi. Tu mi prendi per il mento e mi obblighi a guardarmi, riflessa nello specchio.

Godi dei segni che ho addosso, mi accarezzi le braccia, poi fai leggere pressioni sui miei lividi e sulle frustate che raccontano le torture della notte precedente.

Sorridi ancora. Anzi, ghigni.

Poi scendi lentamente sul mio sedere, indugi sullo spacco, come se lo volessi aprire, come se volessi infilare un tuo dito nel mio buchino. Io chiudo gli occhi, apro la bocca, gonfio il petto. Adoro essere nuda davanti a te.

Adoro essere tua preda.

Adoro.

Tu prosegui in quella sensuale discesa, verso il fondo dei miei glutei, li pizzichi, deciso, poi risali. Altri pizzichi verso l'alto.

Ancora smorfie, ma di piacere, questa volta.

Sali ancora, sfiorandomi la spina dorsale.

Riscendi, premendo i tuoi perfidi polpastrelli sulle mie ferite. Fa male, si, ma ho i brividi sotto pelle. Non so spiegarmelo.

Riscendi, ancora. Non solo con le mani. Ti aiuti con la bocca. Ti vedo piegato su di me, dietro di me. Ti sento mordermi, ti sento leccarmi. Sento i tuoi denti affondare nella mia carne, strizzarla, bagnarla.

Poi d'improvviso infili la tua mano nella mia fica. E' bagnata. E' un fiume che ha iniziato a scorrere non appena hai posato le tue mani su di me, anzi, no, il tuo sguardo. Non posso piu' chiamarti bastardo adesso. Altre punizioni non potrei sopportarle. Sei "mio padrone" ora.

La tua calda mano entra ed esce dal mio lago segreto. Affonda come una spada nel ventre del nemico. Le tue dita mi penetrano, entrano fino in fondo. Inarco la schiena. Mi vuoi togliere un altro orgasmo. Ohhh, lo senti che ci sto arrivando .... ohh...... ma no, mi lasci cosi', senza alcuna pieta'.

Prendi una corda e me la leghi intorno ai seni. Stringi forte. Vuoi lasciarmi i segni anche oggi. Altri.

Io non oppongo resistenza, non posso. Non sono capace.

Mi leghi i polsi dietro la schiena, sempre davanti allo specchio. Mi osservi in silenzio. Mi trovi bellissima. Lo capisco dal tuo sguardo. Ma vuoi rendermi ancora piu' bella.

Prendi un rossetto rosso dalla mia borsetta nera e me lo passi sulle labbra. Non sei preciso, ma ti piace di piu' cosi', come una puttana che ha appena fatto un pompino ad uno dei suoi sporchi clienti. Mi baci rude, mi mordicchi le labbra. Mi lecchi.

Io sussulto. Lo sai che sono fragile. Questo ti diverte di piu'. Ti piace giocare con il fuoco. Vuoi vedere fin dove posso arrivare. Io ti lascio fare.

Mi guardi, intenso. i tuoi occhi mi trafiggono, me li sento scivolare addosso come olio bollente. Li vedo fermarsi sui miei capezzoli. Sono ancora rossi. Me li stuzzichi con un gioco di dita che mi manda in estasi, lo sai che puoi farmi venire anche cosi'. Poi me li mordicchi. Ti ecciti. Vedo il tuo cazzo gonfiarsi a dismisura. Avrei una voglia matta di toccarti, di sbottonarti i pantaloni e prenderlo, baciarlo, succhiarlo, divorarlo. Ti berrei tutto.

Ma no, non posso farlo, con le mani bloccate dietro la schiena.

Non so cosa mi spinge ad aprire di nuovo la bocca ansimando, se il desiderio di averti dentro di me o il piacere che mi procuri torturando i miei seni.

Lo so che non ti basta. Prendi ora una candela, bianca, lunga, dalle tozze dimensioni. Me la passi sulle labbra, me la fai leccare, me la infili tra le labbra, prima lentamente, poi velocemente, come fosse un cazzo, il tuo. Io la succhio, la lecco. Poi me la fai scivolare sul collo, tra i seni, sullo stomaco, giri intorno al mio ombelico, scivoli giu' sul mio basso ventre e finalmente li', nel mio punto piu' caldo e umido. Spingi e lasci, entri ed esci. Con una mano mi violi cosi', con l'altra mi tappi la bocca. Vuoi farmi urlare, ti eccita sentirle le mie grida soffocare.

Sei perverso tu, sei crudele.

non ti basta mai.

Sei di nuovo dietro di me.

Mi lasci ancora una volta.

Poi mi giri, mi guardi dritta negli occhi e mi dici "ora dobbiamo uscire, puttana".

Le tue mani scivolano ancora sul mio corpo. Mi tocchi ovunque. Sono una maschera di dolore e piacere allo stesso tempo.

Lentamente mi fai divaricare le gambe e cominci a stuzzicarmi il clitoride, lo senti che e' bagnatissimo, ti sta facendo eccitare, ma ti trattieni. Lo so che vorresti sborrarmi addosso. L'hai fatto altre volte. Oggi pero' hai altro in mente. Ti leggo nella mente. Io e te siamo una cosa sola ormai.

Continui a stuzzicarmelo. Sto per venire. Poi d'improvviso prendi una boccetta di profumo e senza che io me ne accorga, in preda all'estasi come sono, me ne spruzzi un po' proprio li'. Ahhhhhhhh! Non posso fare a meno di urlare. Il dolore mi penetra come spilli infuocati. Di scatto serro la gambe, ma tu me le blocchi con il ginocchio. Brucia da impazzire. Ma tu godi a vedermi cosi'.

E lo sai? Godo anche io.

MMmmmmmmmm


Padrone!


Continua .... Terza parte

lunedì 27 febbraio 2017

COME NASCE UNA SCHIAVA 1 - IL BATTESIMO DEL FUOCO



Quando il padrone ordina

la schiava ubbidisce

Punto!

.... ma le schiave che vengono iniziate, trascinate dalla loro perversa libido, non hanno veramente idea di cosa succedera' loro. Alcune hanno il terrore negli occhi e accettano senza discutere per paura di essere punite severamente.

Altre no!

A volte hanno anche il coraggio di inveire contro il loro padrone!
sbagliando, si sa ......

Questa schiavetta che vedete qui, si qui, qui davanti a voi...... questa che piagnucola ma gode allo stesso tempo ..... ha osato rivolgersi cosi' al suo padrone!
Ditemi voi ........................mmmmmm

"Tu pensa se uno per esempio mi vede cosi' e mi si avvicina .... e poi magari mi infila pure la mano sotto la mini perche' sa che sono nuda .... pensa se crede che io voglia scopare e mi mette veramente le mani addosso, mi segue fino a casa ... pensa se l'uomo invece di starsene buono si sente libero e quasi provocato dal mio corpo a prendermi cosi' anche senza la mia volonta'!
Uno che mi segue per fottermi, magari all'angolino di una strada buia, con il cazzo gia' in bella vista, ehhhh

Bastardo!

Io che mi accorgo di essere seguita, che quando mi volto noto i suoi occhi puntati su di me che mi spogliano senza pudore.

Certo, per te non e' pericoloso, per te e' LIBIDINOSO".

Eccola la schiavetta lamentosa! Si infuria, ma sa che non ha altra scelta. Deve ubbidire se non vuole essere ulteriormente punita. E le punizioni, si sa .... possono essere molto molto crudeli .....

Ma sentiamo come racconta la sua prima avventura seria, il suo "battesimo del fuoco", come lo definisce lei. Perche', ovviamente, non si e' potuta rifiutare.....
Sentite, sentite ......

"Ho il cuore in gola, affretto il passo, sudo, respiro a fatica, quello non fa altro che starmi dietro, si, mi sta tallonando .... ormai non ho scampo, lo sento, sento quasi il suo fiato sul collo.
Corro, corro, scappo!
La mini e' talmente corta che mentre sollevo le ginocchia per la corsa mi scopre ilsedere. Quelsedere che tu sculacceresti per bene, non e' vero?
quel culo che anche lui riempirebbe di sculacciate e di frustate!
E intanto il petto mi si gonfia, ansimo, e' una corsa inarrestabile la mia. Tu pensi che la mia fica stia grondando?
Forse, puo' darsi, ancora non ne ho idea .... sto pensando che devo scappare. La paura pero' non mi fa riflettere, cosi' correndo correndo mi accorgo di essere finita in un vicolo cieco. E siccome ormai si e' fatto buio, non riesco nemmeno a vedere bene dove sono e non c'e' nessuno a cui poter chiedere aiuto.
intanto il bastardo mi segue, ma cammina lui, magari a passo un po' svelto. Tanto lo sa che mi sto ficcando in una trappola. Lui conosce bene il posto. Sorride anche. Ha il ghigno del porco Schifoso qual'e'!

Cazzo, mi sta dietro, mi volto ancora e ancora lo trovo con lo sguardo sul mio culo. Ha la bava alla bocca, la sborra che gli cola fuori dalla zip semi aperta.
Questa e' colpa tua, tua, il mio padrone che mi ordina di andare in giro senza mutandine e ora questo perfetto sconosciuto che mi si vuole fare.

Oddioooo, eccolo, mi ha afferrata per un braccio!!! Mi prende e mi sbatte di forza al muro. Non riesco nemmeno ad urlare dalla paura. Mi tira i capelli, mi vuole mordere le labbra, il collo. A lui piace violento, questo capisco. Forse anche a me. Violento e adrenalinico.
Sento d'un tratto le sue mani sulle mie cosce. Sono veloci. entrano sotto la gonna e bang! Le sue dita mi infilzano la fica! Scivolano dentro e fuori. Il bastardo mi sta portando via un orgasmo, senza chiedermelo. Il petto sale e scende ancora piu' velocemente. Eccolo che mi strappa anche la camicetta, quella da troia che il mio padrone mi ha ordinato di indossare. Lo sa che sono senza reggiseno. Lo vede, lo sente. Mi strizza le tette senza curarsi del dolore che mi provoca.
Mi pizzica i capezzoli, me li succhia, me li morde.
E' un fottuto schifoso. Sto per urlare, ma mi da uno schiaffo, poi un altro. Mi dice "stai zitta troia, lo so che ti piace cosi'!", Ma non e' vero, a me non piace ... non mi puo' piacere ... violento non lo conosco, non l'ho mai fatto ... eppure la mia fica risponde ad un solo comando, il suo.
Ormai e' arrivato il momento di infilarmelo dentro, mi allarga le cosce con quella forza bruta, mi mette una mano dietro la schiena e mi avvicina a se'. Sta per penetrarmi, quando vedo il mio padrone arrivare, ma non si fa notare dal lurido porco che mi sta fottendo ... rimane in un angolo a gustare la scena ... lo vedo segarsi .... lo so che mi vuole, vuole fottermi anche lui ....

bastardo!

Che padrone bastardo che sei, tu, si! Proprio tu!
Ti diverti a vedermi violentare da un altro fottutissimo bastardo, uno raccolto per strada, che non si e' nemmeo chiesto se io voglia sentire le sue luride manacce callose sulla mia pelle, nella mia fica!
Godi a vedere lo spettacolino di questo bavoso che mi sta mordendo i capezzoli a sangue. Mi ha strappato la camicetta bianca, quella che tu mi hai fatto mettere mezza sbottonata per richiamare i porci !!! Si vedevano chiaramente come i capezzoli induriti dalle tue cinghiate premessero contro la stoffa.
Ecco, sarai contento adesso. Quegli stessi capezzoli che tu hai martoriato con pinze e mollette sono tra i denti aguzzi di questo porco!

Ho i seni gonfi, che salgono e scendono, il sudore mi cola in mezzo, me lo staleccando loschifoso! Guarda, guardaaaa!!!!!

Come se non bastasse mi ha anche messo una mano al collo e non riesco a respirare bene, ansimo sempre piu' forte. Mi sento una preda in trappola.

Ora mi strappa anche la gonnaaaaa!!!! Oh mio Dio! Sei un padrone bastardo. Asissti alla scena, al mio primo stupro e non dici e non fai niente. Lo so che mi avevi detto che questo sarebbe stato il battesimo del fuoco, ma non immaginavo tanto presto.

Il bastardo mi ha ridotto in brandelli i vestiti, mi sta dando schiaffi sui seni e sulla fica, sono tutta rossa, sto urlando di dolore. Il bastardo non si ferma, deve essere uno dei tuoi adepti!
e tu intanto che ti seghi!!! ne vogliamo parlare??? ehhh?!?!?!?!?
questo maniaco mi sta girando come vuole, ora sono faccia al muro, ha raccolto una specie di verga da terra, una cosa schifosa, mezza sporca e me la sta picchiettando sul sedere.

Oddiooooooo, bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.

Questo va ben oltre la punizione che una schiava novella come me si merita. Si, ho fatto degli errori in passato, non sempre ho ubbidito, ma questo e' troppo.

Adesso mi sta obbligando ad abbassarmi per leccargli le palle. Mi frusta ancora, ho le chiappe rigate, sento qualcosa che mi scorre tra le gambe, guardo ..... oddio ..... e' sangue ..... mi sta frustando a sangue il bastardo!
Io urlo, ma lui mi rispinge il cazzo in gola e non posso che soffocare i miei strilli.
Mi chiama puttana, mi dice che sa che sto godendo. Poi d'improvviso mi tira su, mi schiaffeggia ancora, mi sputa in faccia. Addirittura mi ordina di aprire la bocca e mi ci sputa dentro.

E me lo fa ingoiare.

Mi dice che sono una cagna perversa. Che vuole infilarmi qualcosa in fica per vedere quanto posso godere e soffrire sotto le sue torture. Non ho il coraggio piu' di guardare, quello che mi fara'. Sono terrorizzata.
E' un maiale schifoso.
Gliele hai date tu tutte queste dritte?
Le ha avute da te le istruzioni su come maltrattare una schiava alle prime armi?

Eccolo che ricomincia. Mi ha girata di nuovo con le tette al muro, quel muro lercio che mi graffia i seni! Diooo che dolore. Sono piena di ferite, sanguinano, sanguina anche il mioculo!
Sono a pezzi, ma continua. Mi spinge il bacino in fuori, mi allarga le gambe, poi con le dita mi apre bene bene la fica e mi ci sputa dentro. Sento la sua lingua invadermi. Sento anche i suoi denti. Mi sta mordendo le grandi labbra. Io non mi posso muovere. Mi ha ordinato di tenere le mani al muro. E' come una perquisizione bastarda. 


Ma io non resisto, di scatto mi giro e allora lui mi prende di nuovo per i capelli e mi urla che una puttana deve stare zitta e ferma. Poi prende uno straccio da terra e mi lega i polsi stretti stretti.
Sono nuda in questo vicolo schifoso. Sporco, lercio, sono sanguinante e bloccata da questo infame che mi vuole infilare chissa' cosa dentro la fica.

E tu sei ancora li' dietro, nascosto nell'ombra, ma ti ho visto, lo so che stai godendo come un pervertito porco schifoso!

Ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh hhhhhhhhhhh, ohhhhhhhhhhhhhh mio Diooooooooooooooooooooooo!!!

Che cosa mi ha ficcato il pazzo dentro??!??!??!!? mi sta scavando. E ride pure.
Mi sta dicendo che sono una fontana, una cagna in calore.
Sento questo coso enorme spaccarmi la fica e lui lo stantuffa con forza.
Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh hhhhhhhhhhhhh
Poi lo estrae e mi attacca delle pinze sulle grandi labbra. Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
Intanto riprende ad incularmi con quel cazzo enorme che non e' il suo e mi tira i capelli. Puttana, mi dice, puttana!!! Lo so che stai godendo come una troia in calore!
Cosi' non contento, prende un altro dei suoi strumenti di tortura e me lo infila nella fica!
Sono piena, culo e fica! Grandi labbra stritolate dalle pinze, capezzoli martoriati. MA non e' ancora soddisfatto.
Non gli basta che i miei polsi siano legati dietro la schiena. Mi vuole appendere come un salame.
E cosi' fa.

A quel punto arrrivi tu.

Mi guardi con disprezzo. Ti apri una lattina di birra, bevi e poi sputi per terra. Bevi un altro sorso e mi sputi addosso.
Mi dici che sono una puttana da sbattere tutte le sere nei vicoli come questo.
Allora tiri fuori un gancio dalle tasche e lo appendi ad una trave che sporge da un muro alle tue spalle.
Hai con te anche una frusta e la metti nelle mani del tuo adepto.
Forse e' un battesimo del fuoco per entrambi.

Dopo avermi appesa alla trave dell'orrore il tuo bastardo allievo inizia a frustarmi, facendomi saltare. 5, 10, 30 volte!!!!
Tu mi stai sborrando addosso. Sei eccitatissimo.
Dopo 50 frustate il tuo adepto mi libera.
Dai un calcio ai mie vestiti come fossero stracci e mi ordini di rivestirmi.
Io eseguo.

Non dimentichero' mai il mio battesimo del fuoco!"




Ora mi chiedo .....

quale punizione per questa schiavetta che ha osato rivolgersi cosi' al suo padrone?



Continua .... Seconda parte

IL MIO PRIMO INCONTRO CON LA PADRONA



Sono in fibrillazione, non faccio altro che andare avanti e indietro per la stanza. La valigia e' sul letto, cosa portare? Cosa mettermi? cosa indossare? La mia padrona mi attende. Sono euforica. Questo incontro mi mette agitazione, ansia, terrore ... per tutte le torture che penso dovro' subire, ma allo stesso tempo eccitazione, adrenalina, smania, all'idea di tutti gli orgasmi che lei mi dara', lei, la mia signora!

Sono in aeroporto. Guardo l'ora, poi il monitor per controllare la lista dei voli in partenza e il gate. Mammamia, sono eccitatissima! Per l'occasione indosso un vestitino nero sopra il ginocchio. Durante i preparativi sono stata in dubbio su cosa mettermi, se indossare l'intimo o no. Ero sul punto di non mettere niente, ma non sono abituata. Che fare? Alla fine mi sono decisa per un bel tanga, il piu' piccolo che ho trovato. Ho pensato a come sarebbe bello farmelo strappare da lei, con quella ferocia, quella autorita' che possiede una padrona. Sentire le sue mani sotto il vestito che premono e si infilano, tra le mie cosce, per tastare e controllare quanto sono bagnata!

Naturalmente sono senza reggiseno e la scollatura e' ampia. Sapere che la gente intorno a me possa allungare gli occhi, e magari anche le mani, mi fa eccitare all'inverosimile.

Sono atterrata. Sudo e tremo per l'emozione. Ho il respiro affannato. Dov'e' la mia padrone? Dov'e'?
Eccola! La vedo. E' bellissima e ha uno sguardo fiero, proprio come l'ho sempre immaginata. E' altera ed elegante. Una vera donna, una vera signora!
Mi guarda contenta, mi sorride, si presenta ed io sprofondo in un grandissimo imbarazzo. Chissa' se saro' alla sua altezza ... chissa' se le piacero' davvero ....
Saliamo in macchina. Sono elettrizzata.

Durante il viaggio mi spiega che saro' trattata da vera puttana quale sono, da schiava! Rabbrividisco!

Sento la sua follia crescere, la sua perversione riluce nel suo sguardo ammaliante. Non posso resisterle. Vorrei baciarla, ma non ho il coraggio. Mi sento cosi' piccola e insulsa davanti a lei.

Poi d'improvviso mi accarezza una gamba, la sua mano sale, mi sposta il vestito, la sento insinuarsi tra le cosce. Ho un brivido, un sussulto. Lei non se ne cura, ma anzi, procede lussuriosa. Io apro le gambe, le sue dita sono ormai sulle mie mutandine, zuppe. Lei le sposta ed infila dentro i polpastrelli, mi accarezza lentamente, poi mi penetra. "Puttanella, sei proprio una schifosa cagna in calore!". Oddio! Adoro le sue dita. Voglio essere penetrata ancora di piu'! Ora la sento toccarmi il clitoride, lo stuzzica, lo pizzica. Fa male!!! Ahhhhhh. Socchiudo gli occhi, apro la bocca, lentamente smorfie di piacere si dipingono sul mio volto. Piego leggermente la testa all'indietro. Lei insiste, mi scopre tutta. Infila altre due dita dentro di me, vuole provocarmi un orgasmo. Ahhiiiii, fa maleeeee, ma mi piace ... mi piace da morire ... vorrei che mi strappasse i vestiti di dosso, che mi mordesse i seni, le labbra ... tutto! L'orgasmo sta quasi per arrivare, ma lei d'improvviso si ferma. Mi lascia sospesa in questo stato di piacere ed eccitazione.

Arriviamo a casa, parcheggia l'auto e scendiamo. Non c'e' nessuno. Siamo solo io e lei. Schiava e padrona. Appena entriamo comincia a darmi degli ordini. Mi dice di seguirla in camera da letto e di spogliarmi. Io la seguo e arrivata nella stanza mi tolgo gli abiti. Lei mi gira intorno, mi osserva, mi squadra dalla testa ai piedi. Provo un senso di imbarazzo, di vergogna, ma ho una gran voglia di essere scopata e usata da lei. Mi tocca, prima i seni, poi i capezzoli, poi scende giu', sul mio sedere, mi allarga le gambe e mi accarezza la fica. Il suo tocco e' deciso e mi mette i brividi, brividi di piacere. Sento i battiti del cuore accelerare lentamente. Nelle vene il sangue ribolle.

Poi torna davanti e mi accarezza il pube. E di nuovo sotto, sulle grandi labbra e le piccole. Ahhhhhhhhhh, come vorrei che entrasse ancora dentro di me! La mia eccitazione aumenta vertiginosamente. Mi piace questo gioco. Io rimango immobile. Aspetto i suoi comandi.

Poi all'improvviso si spoglia anche lei. Mi guarda, negli occhi. Mi prende per il mento e ................ mi bacia! Ahhhhhhhhhhhhhhhh.

I suoi baci sono dolci e lascivi. Sento la sua lingua sulla mia. L'adoro!!! D'un tratto avverto una maggiore pressione, il bacio diventa quasi folle, aggressivo, potente! Mi sta dicendo che e' lei che comanda, si, con quel bacio esplosivo mi sta dicendo che sono la sua schiava e di me ... tutto lei decidera', tutto, qualunque cosa! Sono in estasi. Intanto la sua mano e' scesa sui miei seni, me li palpa, me li strizza, mi pizzica i capezzoli. Vorrei urlare!

La sua mano continua a scendere, mi accarezza la pancia, poi prosegue, giu', sul pube e poi ancora piu' giu' e mi penetra, di nuovo! Sprofonda dentro di me, io spalanco la bocca, sono calda, sono bollente e lei ne approfitta per mordermi le labbra. Il mio cuore comincia a battere all'impazzata. Non mi reggo in piedi, sento che potrei svenire, ma lei mi tiene! Sono nelle sue mani!

Poi si ferma. Mi guarda ancora una volta, negli occhi. Mi gira intorno di nuovo e comincia a sculacciarmi. Prima lentamente, poi sempre piu' forte. Io mi contorco. Mi dice di stare ferma e prende la sua frusta a nove code. Io sono eccitatissima, ma ancora terrorizzata. Continuo a pensare a cosa succedera' dopo. Intanto la sua frusta percuote il mio sedere che da roseo sta diventando scarlatto. Mi ordina di mettere le mani al muro e di aprire bene le gambe. Io eseguo. Chiudo gli occhi per la paura. Lei continua a frustarmi, prima sul sedere, poi sulla schiena. Poi di nuovo giu' e la frusta sbatte sulla mia fica. Dolore! Sento un calore tremendo all'altezza dello stomaco e un bruciore espandersi al basso ventre. Lei ghigna e urla: "Puttana, sei una stupida sporca puttana schifosa! Ti faccio vedere io chi e' che comanda qui! Ti voglio mia! Mia completamente! Puttana!".

Ora sono i miei seni ad essere frustati, seni e fica. Lei si compiace della mia posa. Io gemo, gemo, gemo! Intanto il mio corpo e' diventato rosso e mi sembra di avere segni ovunque.

Poi d'improvviso si ferma, mi prende per i capelli e mi bacia di nuovo! E' una sadica pazza. Mi chiedo come io sia finita qui, come abbia potuto cedere alle sue lusinghe e diventare realmente la sua schiava. Ma ora non importa. Sono risucchiata da questo vortice di follia. Mi lascio prendere.

La sua lingua mi possiede, vivida! Poi si stacca e mi ordina di baciarle la fica. Mi metto in ginocchio davanti a lei, ha delle gambe stupende e una fica eccezionale. Rimango impressionata dalla sua bellezza, il suo odore mi inebria. Mi avvicino ed inizio a leccarla, a baciarla. Appoggio le mie mani alle sue cosce tornite e comincio a possederla con la mia bocca violacea, dolorante a causa dei suoi morsi. Lei gode, la sento toccarmi i capelli. Mi spinge la fica contro il viso e mi offre anche il suo culo. Mi spinge e mi manovra a suo piacimento, come fossi un giocattolo che usa per il suo personale piacere. Lei gode e godo anche io, tremendamente. Sono pazza di lei. La sento urlare, la sento stringermi, graffiarmi. Ed io la penetro piu' che posso con la mia lingua. E' bagnata la mia padrona. Oh si! E' un lago anche lei! La lecco e la succhio selvaggiamente, cosi' come a lei piace. Sta per venire. Sono felice di poterle dare l'orgasmo. Voglio darle tutto quello che lei desidera.


E finalmente arriva. Viene nella mia bocca ed io bevo tutto. Sono estasiata.

"Che brava schiava che sei piccola puttana! Vieni qui che adesso tocca a te! Voglio aprirti tutta quanta!". La sua risata isterica mi sconvolge, ma sono impaziente di farmi possedere da lei, ancora e ancora. Cosi' mi prende e mi schiaffeggia. Prima il viso, poi i seni e infine la fica. Mi insulta, mi chiama troia, insulsa piccola puttana, depravata cagna. Mi dice che ho la merda nel cervello. Poi mi lega i polsi alla ringhiera del letto e mi fa spalancare le gambe nuovamente. Io fremo. Il mio lago non cessa di espandersi. Sento le sue mani allargare le mie natiche e toccarmi il buco, penetrarlo, poi la sento penetrarmi la fica, ancora. Mi sculaccia, mi frusta. Mi lecca anche lei, mi bacia. Ahhhhhhh, i miei buchi si aprono, si spalancano. Non resisto piu'!!!!

E lei piano piano sembra perdere ogni freno, ogni controllo. All'improvviso la vedo afferrare un oggetto da sotto il letto. Lo riconosco! E' lui! Il manico! Sono pietrificata. Vuole impalare anche me. Il sangue mi si gela, ma lei non si muove a compassione, anzi, ha il fuoco negli occhi. Lo punta sul mio buco e spinge, spinge, lo infila sempre di piu'! Un dolore forte e acuto mi pervade tutta. Le sue mani sono possedute! Me lo sento arrivare all'intestino e non posso oppormi. Mi dimeno, muovo il bacino in una danza orgasmica, gemo, sussulto, strizzo gli occhi, i capelli mi coprono il volto, sudo, respiro a fatica, grido. Mi ha preso la mia padrona, mi ha presa! Sono caduta anche io nella sua trappola!! Fa male, molto, ma godo!

Piu' lei spinge e piu' io gemo. L'orgasmo sta arrivando, lo sento come un fiume in piena, mi sembra di volare, e' come un'onda che arriva al cervello e che mi lascia senza fiato. Mi sento travolta in pieno! Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, esplodo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Lei estrae il manico e mi bacia, mi lecca, mi accarezza tutta.

"Piccola puttana, ti e' piaciuto il manico, eh! Sei un'altra perversa lurida troia, depravata. Questo e' solo l'inizio. Ora va a farti una doccia che ti voglio pronta per dopo!".

Dopo? Cosa ci sara' dopo? Tremo al pensiero di cosa mi aspetta ...





sabato 25 febbraio 2017

LA CAMERIERA CON LO STRAP ON






In ogni singolo poro della mia pelle si nasconde la fiamma viva del piacere, quel piacere lascivo che mi ha strappato via il cervello e la possibilità di replicare, di scegliere, di decidere. Sono ormai come un automa che segue la propria padrona senza avere più contezza di se', del mondo intorno.

Che donna! Mi ha appena presa per un braccio, trascinandomi via da quella incantevole schiavetta. Cosa vuole farmi? La sua mano mi stringe forte, mi lascerà i segni, lo so. Mi piace quando diventa la proprietaria del mio corpo, quando usa la sua forza bruta per manovrarmi senza scrupoli.

Il suo tocco mi eccita, mi fa bagnare, mi arriva dritto allo stomaco come un pugno.

Mi urla contro: "brutta cagna schifosa, vieni con me! Voglio farti scopare quella troietta come si deve!". I suoi occhi di fuoco mi atterriscono. Entriamo in una stanza semi buia, ci sono due letti e un armadio con dei cassetti. Ne apre uno ed estrae un fallo di gomma con una cintura collegata. Rimango un momento interdetta. Certe cose le ho viste, ma non le ho mai fatte. Questo fallo mi intimorisce, ma lei mi strattona e mi ordina di indossarlo. Lo prendo in mano e provo una strana sensazione. Mi piace, mi affascina eppure allo stesso tempo mi sconvolge. Indossare un cazzo finto e diventare un uomo, comportarmi, agire come un porco depravato, sfondare la fica di quella bellissima schiava bionda, esile e fragile come un fiore di campo.

"Allora stupida puttana! Che fai lì impalata!? Indossalo, svelta!". Le sue parole sono come artigli, mi graffiano i pensieri e mi scuotono. Infilo questo pisello di gomma cercando di ubbidirle senza farla attendere oltre. Si sta spazientendo. Nel frattempo dall'armadio ha preso un abito nero. E' molto corto e ha un'ampia scollatura. Mi ordina di indossarlo. Non ho nemmeno il tempo di fiatare che mi sbatte in faccia un paio di autoreggenti leggere nere e una crestina da cameriera. Si, ecco cosa sono adesso. Un porco vestito da cameriera o una cameriera travestita da porco. Non lo so. Non mi importa. Sono un uomo e una donna allo stesso tempo. Ma prima di tutto, prima di essere queste due cose insieme, o anche prima di essere me stessa, sono la sua schiava.

Così prendo l'abito, gli accessori e in un attimo mi trasformo in una sexy cameriera con il cazzo. Mi guardo allo specchio, mi aggiusto i capelli. Lei mi porge un rossetto rosso fuoco e del lucida labbra. Devo sembrare una puttana! Una sexy troia, volgare e vogliosa.

Ora sono pronta, mi sento catapultata in un mondo al contrario, dove tutto è al rovescio, ma la mia fica è bagnata, bagnatissima. La mia padrona mi guarda soddisfatta. Mi accarezza il culo, me lo palpa con la sua mano bollente. Poi scende e si infila nel mio buchino davanti per sentire il mio livello di eccitazione. Mi pizzica le piccole labbra e mi da la scossa giusta per scopare la schiavetta che tanto desidero. Lei lo sa che la bramo!

Poi mi sculaccia ed io esco dalla stanza. Mi segue, mi afferra di nuovo per un braccio e mi riporta dalla biondina che ci aspetta a quattro zampe buona buona.

Appena mi vede la schiavetta esplode in un sorriso raggiante. Io ricambio, mi avvicino lentamente e lei mi bacia i piedi, poi le gambe. Sono bloccata dall'eccitazione. Sento l'istinto di cavalcarla. Vorrei sedermi sopra di lei e aggrapparmi alle sue tette. Strusciare la mia fica sulla sua schiena e poi girarmi e leccarle il sedere, il buco del culo, tutto.

Invece la padrona mi ordina di inginocchiarmi dietro di lei e di incularla. Ohhhhh. Non ho mai inculato nessuno. Un imbarazzo prepotente mi assale.

"Allora, stupida puttana!? Hai sempre bisogno di essere spinta?! Dai, avanti! Inginocchiati e aprile il culo! Subito!".

Mi porto dietro la schiavetta e le guardo quel culo morbido e sodo che sembra chiamarmi. Mi inchino, metto le mie mani sui suoi glutei e li apro lentamente. Il suo buchino è piccolo, ma rosso e leggermente dilatato. Lo bacio, dapprima lentamente, poi con sempre più vigore. L'accarezzo, la palpo, strofino il mio naso, le lecco lo spacco, dall'alto verso il basso. La mia lingua si allarga e scivola giù fin sotto la fica. Risalgo e la mordicchio. Lei geme, si contorce, io la masturbo. Cerco di prepararla, di gustarla poco a poco. Con le dita apro il suo buchino e ci infilo dentro la mia lingua. Succhio, sputo, lecco. Lei ansima. Poi mi alzo e appoggio la punta del mio finto pisello tra le sue natiche rosa. E' bella come una bambola e non aspetta altro che essere inculata da me. L'emozione che provo è forte, ho paura di non farcela, ho l'eccitazione alle stelle. Vorrei strapparmi questo abito di dosso, vorrei essere leccata anche io, vorrei che la padrona mi mordesse i capezzoli, vorrei essere presa, essere scopata anche io adesso, talmente è forte l'eccitazione, la voglia di sesso sfrenato e la libidine che mi annebbia la mente. Così inserisco la punta del mio cazzo nel suo buchino e spingo, spingo e lei comincia ad urlare. Io spingo ancora una volta e quello entra, la penetra sempre di più e lei sussulta. E' una bellissima femmina in calore ed io una bestia che la deve possedere. La tengo per i fianchi, la stringo forte. E' mia, è totalmente mia. Non mi importa se le farò male, devo averla, devo prenderla tutta, entrare dentro di lei, arrivarle nell'anima, spaccarla di piacere, unirmi a lei. Ohhhhhh, non capisco più niente. La schiavetta urla e si dimena. Le piace, le piace tantissimo. Io spingo con tutta la forza che ho. Le mie tette ballano su e giù, mi manca il respiro. Esco e rientro. Il mio cazzo è umido e ricoperto dei suoi umori, dei suoi odori, dei suoi profumi. Poi rallento. Le palpo i seni, le bacio la schiena, il sedere. La padrona mi solleva il vestito da dietro e mi sculaccia con il frustino "Avanti puttana, avanti! Sei una volgare cameriera! Fammi vedere quanto sei brava a scoparti questa insulsa servetta che non fa altro che disubbidirmi!". Riprendo il ritmo feroce, quello da bestia, da porco di bettola, da avvinazzato lercio che tante volte ho desiderato mi scopasse, magari davanti ad altri porci, per essere presa a turno, senza sosta. Ora sono io quel porco e lei ..... lei è la mia piccola insulsa schiavetta. Spingo più forte che posso. Sento l'adrenalina nel sangue. Mi piace da morire. Chiudo gli occhi e la posseggo. Lei urla, sta per venire, sta godendo come una cagna!

Ormai sono talmente presa che non riesco a fermarmi. Più lei urla e più mi eccito e più spingo. Mi sento un animale, una bestia!

La padrona intanto le si è messa di fronte e con il frustino le sta picchiettando i seni. Ahhhhhhh, sono in estasi. Continuo. Gemo anche io. Poi la padrona viene verso di me e infila il suo frustino nella mia scollatura, lo strofina sui miei capezzoli che ormai sono sensibilissimi e mi lascia scoperto un seno. Ohhhhhhhhhhhhhh, sono al massimo dell'eccitazione. Lei comincia a frustarmelo, poi mi scopre anche l'altro e li frusta entrambi. "Siete due luride cagne lascive! Fate schifo! Stupide perdenti! Vi meritereste di essere scopate da porci disgustosi e crudeli!". Queste parole risuonano nelle mie orecchie come una formula magica. Di colpo il mio corpo avvampa, sento le fiamme dell'inferno bruciarmi dentro. L'idea che un viscido porco possa abusare di me, lurida sporca schiava, mi riempie di libido. Mi lecco le labbra, chiudo gli occhi, i capelli mi scivolano sul viso. Gemo, spingo. Ho rallentato un po' l'andatura. La padrona mi ha distratta con il suo frustino, ma sto cavalcando l'onda della perdizione. Ci sono, non mollo. L'orgasmo è imminente, come uno tsunami che tutto travolge e tutto distrugge. Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, ohhhhhhhhhhhhhh, mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm, ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh. L'orgasmooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo. La cosa più bella del mondooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh

Lentamente mi fermo. Anche la schiavetta si ferma. Sfilo il mio cazzo di gomma piano piano e mi siedo dietro di lei. Le bacio quel buchino ormai sfatto, lo lecco, come se leccassi le sue ferite. E' stata brava. Mi ha regalato il suo stupendo culo. Per ringraziarla le bacio la fica. E' calda e bagnata. Lei allarga le gambe e si lascia possedere dalla mia lingua. Voglio dedicarmi a questo adesso, così mi sdraio a terra, sotto di lei, ma è distrutta poverina. Si lascia andare sul pavimento riversandosi su un fianco. Mi guarda, sta cercando di riprendere fiato, mi sorride. Vedo le sue lacrime scorrerle sul viso. Non ha nemmeno la forza di asciugarsele. Mi avvicino gattonando e le lecco quella bellissima fica come se fosse la cosa più buona del mondo. Credo che non saro' mai sazia di lei.

L'AVVOCATO NAPOLETANO






Mi guardo allo specchio. Mancano pochi minuti all'incontro. Sono un po' nervosa, ma l'attesa ......... mi eccita. Non so chi entrera' da quella porta, questa sera. E' cosi' ogni volta. Lei, la mia padrona, vuole offrire me, in pasto ai suoi laidi porci, me .... che ho la pelle tenera di una ragazzina, una sedicenne, le labbra mordibe e rosee. I miei lunghi capelli biondi sono cosi' soffici e lucenti, gli occhi sensuali, le guance leggermente arrossate, il collo snello, il busto eretto. E il mio corpo? Lo vedo riflesso nello specchio. I seni prorompenti e i capezzoli, gia' turgidi, sporgono dal mio tubino. Le gambe lisce e lunghe mi danno un'aria da donna sofisticata su questi tacchi a spillo. Mi giro di profilo per ammirare il mio sedere. Lo accarezzo e lo palpo per sentirne la consistenza. E' sodo, alto! E' cosi' che lei mi vuole. Bella, attraente, ma puttana. Puttana soprattutto! Ed e' quella che sono.

L'attesa termina non appena sento suonare il campanello. Lei va ad aprire. Il mio cuore batte all'impazzata. Potrebbe saltarmi fuori da un momento all'altro. Chissa' chi si nasconde dietro quella porta..... Non oso guardare. Abbasso la testa e vedo delle scarpe. Nere, banali, con i lacci. Porta dei semplici pantaloni, scuri anche questi. Intanto la sua voce irrompe nella stanza, ha un accento napoletano. E' roca, dev'essere un vecchio, un accanito fumatore. Si salutano. Sollevo lo sguardo e lo vedo, lo vedo finalmente. Indossa una bianca camicia e una giacca grigio scura. Niente di elegante, anzi. Dal viso direi che e' un uomo sulla sessantina. Ha la barba incolta e brizzolata. Un grosso naso butterato con dei peli che fuoriescono dalle narici. Lei lo fa accomodare, me lo presenta, e' un avvocato, dice. Lui mi viene incontro, mi guarda e mi sorride come solo i porci viziosi sanno fare. Poi spalanca la bocca per salutarmi e noto degli orribili denti marci, ingialliti dalla nicotina. Oddio! Mi fa ribrezzo! Non posso credere che la mia padrona voglia concedermi ad un vecchio cosi' repellente, rugoso e puzzolente! Ma lei e' una donna crudele. Una padrona spietata con le sue schiave. I loro sguardi complici mi fanno rabbrividire. Mi vedo gia' nuda nelle braccia di questo porco ed improvvisamente avverto una fitta allo stomaco, un calore potente che sembra esplodermi nel ventre e scendere giu', nella mia fica gia' umida. Dio come mi sento eccitata! Mi fa schifo tutto questo, ma mi prende la mente, mi fa bagnare, mi sconvolge.

Il vecchio si avvicina e mi invita a sedermi accanto a lui. Mi prende per mano. Sembra gentile. Non e' la prima volta che offro il mio corpo a perfetti sconosciuti in questo arem del sesso, ma con lui e' diverso. Mi sento gelare il sangue .... e allo stesso tempo mi sento avvampare. Il cuore continua a battere. Una parte di me vorrebbe scappare, ma l'altra e' persa in questa libidine fatta di perversioni indicibili. D'improvviso sento la sua mano sul mio braccio. Mi accarezza, si avvicina con la bocca, mi sposta i capelli e comincia a baciarmi sul collo. Lo mordicchia, lo lecca. Sento la sua lercia saliva bagnarmi tutta, mentre con l'altra mano mi accarezza le cosce infilandosi sotto il tubino. Ha un tocco leggero, ma da maiale. Quelle mani bitorzolute mi tastano con decisione, con passione. Intanto la sua lingua si avvicina alle mie labbra. Che schifo! Ho un fremito, un sussulto! Lui se ne accorge e si ferma. Mi guarda per qualche secondo, mi sorride di nuovo, fissandomi negli occhi. I suoi denti orrendi sono ad un centimentro dalla mia bocca. Vorrei sprofondare. "Hey puttanella, che ti succede? Non ti piace?". Non rispondo. Il puzzo del suo alito mi annienta. La padrona ride "Non le piace?! Ma certo che le piace! E' una puttanella viziosa che nemmeno immagini! Toccala! Senti quanto e' bagnata! Scommetto che e' un lago, la troia!". A quelle parole il mio respiro si blocca. Sento un fiume scorrermi tra le cosce. Guardo le sue orribili mani e tremo, ma al contempo straripo per l'eccitazione. Quelle vecchie dita, dalle unghie ingiallite, si infileranno dentro di me, mi pizzicheranno, si prenderanno i miei dolci umori e il mio corpo, tutto!

Il vecchio porco non aspetta altro. Di nuovo mi lecca il collo, le guance, le labbra. Che schifo! Poi la sua mano sale sul mio seno, lo palpa, sposta la scollatura, una spallina mi scivola, il mio capezzolo e' ora completamente nudo e le sue dita se ne appropriano. Lo pizzicano, lo torturano, lo tirano. Chiudo gli occhi, sospiro, gemo. Gli offro il mio seno come se dovesse bere dai miei capezzoli. Il mio ventre sale e scende. Intanto la sua mano mi sposta le mutandine sotto al vestito, mi allarga le gambe, me le schiaffeggia "Su, da brava, cagna! Da brava! Fammi sentire quanto sei puttana! Fammi vedere se sei davvero quella puttana viziosa che dice la tua padrona!". Le sue parole mi riecheggiano nella testa. Lo sento forzare, entrare spavaldo, irrompere nella mia fica con quella sporca mano lasciva. Un dito, poi due. Lo sento sempre piu' forte, piu' prepotente. Sono un fiume inarrestabile. Ad un tratto la sua mano si sposta sul mio fianco, afferra il laccetto degli slip e me li strappa, ingordo, irrefrenabile! La padrona ride, gode alla vista della sua schiava abusata da un lurido verme che potrebbe essere mio nonno!

E' incontenibile, mi sfila gli slip e li getta a terra. Lui si leva la giacca, si sbottona la camicia e si spoglia. Il suo petto villoso e' uno spettacolo orripilante. Mi schiaffeggia ancora la fica. Sorride. Emette degli strani grugniti. Mi sta alitando in faccia, poi sul collo, ora sui seni. Me li morde, forte. Mi scivola anche l'altra spallina. Il piacere mi sta travolgendo. Spalanco le gambe. Voglio che mi prenda, il maiale. Ha un odore orribile, di sudore, di vino, di fumo, ma mi inebria. Mi arriva al cervello. Poi d'un colpo mi sfila il vestito ed io rimango completamente nuda. Lui si toglie i pantaloni, poi le mutande. Mi getta con forza a terra e mi sovrasta, con tutto il suo peso. E' disgustoso, con quella grassa pancia pelosa.

Quei denti orribili mordono la mia tenera carne, la insozzano di marcio, la deturpano, la violentano. Intanto il suo cazzo preme sul mio pube. Spalanco gli occhi come fossi trafitta da una lama rovente! Il porco vuole prendermi, vuole possedermi! E cosi' fa. Quel cazzo orribile, enorme, segnato, sporco di sborra e' adesso tra le mie cosce. "Bambolina, allarga bene le gambe che ora ti prendo! Ahahahahha". La sua risata sguaiata mi ricorda quanto sia fragile sotto di lui, preda ambita, succulenta. Faccio come dice, gli porgo il mio caldo fiore e lui lo penetra avido e spinge, spinge, spinge. Fa male, molto. Strizzo gli occhi, il dolore e' forte, ma lui non si ferma, mi vede piangere e l'eccitazione sale alle stelle! Ride ancora "Ahhhhhhhhh, che bella puttanella che sei!!!!!! Ahhahahah!". Poi mi afferra per i polsi e me li porta sopra la testa. E' paonazzo in volto, lo sguardo scintillante di libidine, il sudore gli cola dalla fronte. E mentre il dolore sale, il piacere si fa strada. Mi tasta i seni, me li succhia, me li lecca. Mi sta sfondando, il porco! Intanto la padrona ci gira intorno. Vedo le punte delle sue scarpe vicino a me. Com'e' bella, elegante! Mi tortura, ma io l'adoro, la amo la mia padrona! Voglio essere la sua schiava prediletta. Voglio essere totalmente sua e sottomettermi completamente al suo volere.


E l'avvocato spinge, spinge come un cavallo impazzito, ma non viene, non ancora. Io sono un fuoco, brucio! Lei mi guarda dall'alto "Che puttana depravata sei! Guarda quanto godi ad essere scopata come una sudicia cagna!". Il maiale ride e grugnisce allo stesso tempo. Poi rallenta ed esce. Per qualche secondo rimango interdetta. Che succede adesso? Il porco si alza, prende uno dei calici che la padrona ha lasciato sul tavolo e beve. Ce ne sono vari. Mi chiedo se siano li' per bellezza o se stia aspettando altri ospiti. Un brivido mi pervade.


Lei si avvicina a me, quasi si inginocchia e con la punta del frustino mi accarezza la fica aperta. Mi sorride come una dolce amante, poi mi bacia le labbra, mi accarezza i capelli. Potrei morire per lei.


"Puttana, ti stai divertendo eh! Alzati! Forza!'". Io mi alzo, in attesa dei suoi ordini e vedo il porco grassone tornare verso di me. Ho un fremito! Ma lui mi prende per un braccio e lentamente mi fa inginocchiare. Ho il suo cazzo orribile in faccia, se lo sta menando davanti ai miei occhi "Puttana, apri la bocca!". Lo guardo con i miei occhi grandi "Puttana, su, apri!". Cosi' dischiudo le mie labbra e lo prendo dentro di me. Puzza di piscio, puzza di schifo, ma lo lecco e lo succhio tutto e lui spinge, di nuovo, me lo sento in gola. Mi viene da vomitare, da tossire. La saliva mi cola dagli angoli della bocca. Mi spinge la testa dandomi il ritmo. L'odore e' nauseante eppure sono eccitata, eccitatissima. D'improvviso la padrona si avvicina con il frustino e comincia a sculacciarmi, poi me lo strofina sulla fica, me la schiaffeggia ed io godo, godo, godo come una troia quale sono! Si, sono una puttana, la sua puttana! Allargo ancora di piu' le gambe e lei rincara la dose. E il porco mi scopa la bocca, ma non viene, non ancora. "Ma che brava puttana e' la mia schiava! Guarda come succhia, come gode!". Io sto per avere i conati di vomito, respiro a fatica, il sudore mi scivola sulla schiena, tra i seni. Chiudo gli occhi. Mi lacrimano ancora. Poi il porco mi lascia, mi guarda dall'alto in basso, anche lui. Questa e' la sottomissione di una schiava a due belve crudeli. Poi appoggia un piede sul divano e allarga le gambe offrendomi le sue flaccide palle e il suo culo. "Avanti cagna, lecca! Lecca tutto! Fammi vedere di cosa sei capace, puttana!". Alla vista di quello schifo paradossalmente la mia fica comincia a pulsare, a bagnarsi oltremodo. Infilo la mia testa sotto di lui e avvolgo le sue palle pelose con la mia lingua. Le succhio, le divoro e proseguo fin verso il buco del suo culo. Potrei vomitare per l'orrore a cui mi stanno sottoponendo, ma non voglio disubbidire alla mia padrona e poi questo gioco mi sta facendo impazzire. Cosi' lecco tutto, cazzo, palle e culo, partendo dalla cappella fino ad arrivare al suo maledetto lurido buco puzzolente. Mi sento una cagna vogliosa, sporca, vinta dalla perdizione. Inginochiata a quattro zampe doso ogni movimento cercando di accontentare la sua brama di lussuria.


Poi mi spinge a terra di nuovo e mi solleva i fianchi. "Ti piace, eh! Puttana!" Lo vedo adorarmi il culo. Lo palpa libidinoso. Ha la bava alla bocca. Che schifo! Sta puntando il suo cazzo duro sul mio buchino. Me lo tocca con quelle dita consumate dal vizio. Lo apre, lo fruga, ci sputa sopra e la sua saliva scivola sulla mia fica. E in questo orrore io godo, gemo, mi perdo! Ohhhhhhh. Non oso pensare al dolore che sentiro' tra poco. Cosi' il maiale comincia a menarselo e con la punta inizia a penetrarmi. Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh. Fa malissimoooooooo!!!!!!!!! Quello spinge e piano piano entra. Come un carrarmato avanza e sfonda ogni resistenza. Urlo. Il dolore e' lancinante, forte, potente. Me lo sento fin nello stomaco, quel cazzo orribile e vecchio, duro come il ferro, venato. Ahhhhhhhhhhhhhhhhh. Che schifo! Non so quanto ancora posso sopportare tutto questo, ma e' strano, e' indescrivibile, mi piace, mi assale il godimento, mi stritola le viscere, mi agguanta in una morsa di dolore e piacere. Chiudo gli occhi. Gemo e mi contorco. La mia padrona e' davanti a me, mi guarda "stupida puttana, ti piace prenderlo nel culo, eh! Sei solo una sporca puttana vogliosa di cazzo!". Vorrei baciarle i piedi, ma sono presa dal maiale. Mi stringe per i fianchi e non mi molla. Sento le sue palle sbattere sul mio culo di velluto. Ha aumentato il ritmo! Mi sta fottendo come un animale. E' un depravato schifoso. Piango! Non resisto piuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu'!!!!


Mi fanno male anche le gambe, le braccia, sono stretta nel dolore, ma l'eccitazione aumenta. Oh siiiiiiiiiiiiiiiii, siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii. Adoro che mi sbattano e mi maltrattino come un'insulsa meggera. Il porco grugnisce, sempre piu' forte e alle fine viene, viene dentro di me. Piano piano rallenta, poi lo sento uscire e il mio buco si richiude. Tossisco, mi asciugo le lacrime, mi siedo. Tasto la mia fica, ancora spalancata e la sento bagnata, di umori, di sperma, di tutto. E' bollente, pulsa ancora. La padrona e' contenta di me. Si avvicina e mi bacia sulle labbra. La guardo incantata, prostrata ai suoi piedi. Farei di tutto per lei.


Intanto il porco si riveste. Sembra soddisfatto anche lui. Io mi alzo, prendo il mio vestito e vado in bagno. Ho bisogno di sciacquarmi. Il mio sedere brucia da morire e ho ancora la sua sborra che mi cola tra le gambe.


All'improvviso suona di nuovo il campanello.

Sento la padrona andare ad aprire.

Piu' voci si intrecciano tra loro.

Sono tutte maschili.

Poi odo bussare alla porta del bagno.

E' lei. Ho sentito i suoi tacchi a spillo .....

"Puttanella! Abbiamo ospiti!"


venerdì 24 febbraio 2017

IL CASO DELLA GIOVANE LARA - DIARIO DI UNA SLAVE


Racconto Il Caso della giovane Lara




Entro nel mio studio con incedere lento.
Accendo la lampada, immobile e impolverata, sulla mia scrivania.
Un temporale e' in arrivo.
Sono le 3 del pomeriggio e il grigiore dell'inverno, ormai inoltrato, cala silenzioso tra le mura di questa stanza.
Sposto lo schienale imbottito della mia poltrona.
Mi siedo.
Inforco gli occhiali da lettura e osservo la mole di libri e appunti che ingombrano il tavolo.
Questa volta non posso ignorarlo. No.
C'e' un diario, si, un diario marrone, in pelle. E' da giorni che lo tengo li', in attesa di sfogliarlo.
Avrei dovuto gia' farlo, ma una sensazione di torpore alla bocca dello stomaco ............. me lo ha impedito.
Mi accarezzo la barba, indugio.
Punto il diario.
Dopo tanti anni di studio e di lavoro con pazienti di ogni genere non riesco a credere che questo diario infonda in me una tale soggezione.
Non si finisce mai di scoprire gli abissi dell'anima.

La giovane donna che me lo ha ceduto, prestato, offerto, e' venuta nel mio studio solo tre volte. I classici primi incontri che uno psicologo stabilisce per la raccolta di dati fondamentali, per comprendere la richiesta del paziente ed eventualmente stabilire l'inizio di un percorso di psicoterapia o meno. Prima di affidarmelo mi ha lanciato uno sguardo serio e profondo e mi ha detto .... ricordo ancora perfettamente le sue parole .... "qui c'e' un pezzo della mia vita!". Non ha aggiunto altro. E' uscita cosi', da quella porta. Senza sbatterla.

Ma sembrava che scappasse.....

Sospiro. Dopo quello che ci siamo detti, dopo le confidenze o le "confessioni" che mi sono state fatte dalla mia paziente, e' arrivato il momento di leggere il suo diario.

Cosi' lo afferro e lo apro. Voglio entrare nella sua vita, nella sua mente, voglio sprofondare nelle emozioni e nelle vicissitudini di questa giovane donna.


Nel mio file ho gia' impostato il titolo di questo che sara', a mio avviso, un caso che portero' all'attenzione del mio team di psicologi e psichiatri della struttura sociosanitaria per la quale lavoro. Di certo non rivelero' dati sensibili che la legge sulla privacy mi impone di proteggere e secretare, ma ne faro' materiale didattico e di ricerca e sara' oggetto di discussione nelle prossime conferenze sulla psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale.

Lo chiamero' "Il caso della giovane Lara".

Dal diario ...

"Sono passati tanti anni da quando tutto e' cominciato.

Forse per la prima volta, sento il bisogno di raccontarmi a me stessa, di raccontare la mia storia a questo diario, come se fosse uno specchio nel quale mi rifletto.

Si, una donna che ritrova in se' quella ragazzina di un tempo. Una ragazzina di 14 anni, allegra, spensierata, ma non ingenua, no ... mmmhh, non direi.

Ricordo che ogni tanto, magari all'improvviso, mentre leggevo o studiavo sui libri di scuola, avvertivo una certa frenesia, un calore irrompere nel mio basso ventre ed irradiarsi sempre piu' intensamente. La mia mano scendeva e si infilava silenziosa tra le mie cosce, bollenti. La mente si staccava. Gli occhi si chiudevano. Tutto si fermava intorno a me. Non potevo resistere a questa ondata di piacere. Dovevo lasciare tutto e assecondare quell'estasi sublime.

Eh si, mi piaceva. Mi piaceva sempre di piu'. Sentivo dentro di me il bisogno di eccitarmi. Ricordo che c'erano giorni in cui guardavo video pornografici. Sapevo tutto ormai. Non c'erano segreti per me, anche se tante cose ancora forse non le capivo.

La curiosita' e l'attrazione che provavo nell'osservare quelle scene, costruiva dentro di me, poco a poco, la rappresentazione di un mondo parallelo, dove tutto era concesso, dove la libidine veniva espressa in tutte le sue forme.

E mi piaceva. Oh si, mi piaceva!

E fu d'estate che questo mondo mi spalanco' le sue porte, cautamente, silenziosamente ....

non potevo immaginare quello che sarebbe successo di li' a poco, quello che sarebbe diventata la mia vita.

Ero in vacanza, con i miei genitori, in campagna. Tutto molto monotono. Poi un giorno, all'improvviso, conobbi lei, una donna bellissima, elegante. Il suo portamento sofisticato e il suo charme mi stregarono subito. Ero sempre insieme a lei.

Ricordo quelle giornate in piscina, bellissime. Poi insieme sotto la doccia. Osservavo il suo corpo, le sue sensuali forme. La mia ammirazione cresceva sempre di piu', avrei voluto essere come lei. Affascinante, colta, intelligente, emancipata. Aveva tutte le qualita' che una donna a mio avviso dovrebbe possedere.

La simpatia che provavo nei suoi confronti si trasformo' in breve tempo in qualcos'altro. Mi sentivo completamente attratta da lei, folgorata, anzi, innamorata direi. Si, mi ero perdutamente innamorata. Non potevo fare altro che seguirla e ammirarla.

Poi un giorno mi invito' a casa sua. Ero felicissima. Ricordo le nostre chiacchierate, le nostre risate. Tutto era cosi' naturale, spontaneo. Poi, molto abilmente inizio' a fare discorsi sul sesso.

Io la guardavo intensamente, ascoltavo con grande attenzione, pendevo letteralmente dalle sue labbra. Ad un tratto inizio' ad accarezzarmi. Il suo tocco morbido e vellutato mi prese subito. Sentivo delle vibrazioni dentro di me, un'eccitazione silente ma intensa. I suoi occhi, splendidi, la sua voce, ammaliante, tutto di lei mi rapi' quel giorno. Mi sentivo soggiogata, stregata.

Poi mi racconto' come aveva perso la verginita'. E la cosa mi sconvolse.

Mi disse che suo padre, in preda ai fumi dell'alcool, aveva preso un'accetta e l'aveva violata, infilandone il manico, cosi' come l'istinto bestiale comanda. Rimasi sconvolta e l'affetto che provavo per lei fu ancora piu' grande. Doveva essere stato un trauma, una sofferenza indicibile. Ma era ancora li'. Nonostante tutto era diventata una bellissima donna, che certo, con gli uomini non aveva piu' voluto avere a che fare".

Interrompo un attimo la lettura. Questa scena mi arriva in pieno viso come una secchiata d'acqua gelida. Il mio mestiere mi impone lucidita' e distacco, ma non posso non restare sgomento davanti ad una tale violenza. Bevo un goccio di Brandy. Ho bisogno di bagnarmi la gola.

Riprendo.

" ..... Mi raccontava la sua storia con grande enfasi, ma come se non le appartenesse, come se parlasse di un'altra donna, eppure notavo una strana luce nei suoi occhi, una strana eccitazione. Poi d'improvviso mi disse che voleva mostrarmi esattamente come tutto era avvenuto. Cosi' mi porto' nella rimessa, prese la stessa accetta e si impalo'. Mi disse che quella era l'unica cosa che l'avesse mai penetrata. Aveva ripetuto quella scena, quel gesto, milioni e milioni di volte. Era ossessionata da quella accetta, ossessionata da quell'atto cosi' violento, eppure cosi' eccitante. C'era in lei una sottile perversione. Ma non avevo ancora visto tutto. Ancora no.

Poi torno' da me, mi fece distendere. Continuo' ad accarezzarmi. Era dolce, era tenera. Nonostante tutto. Io ero completamente persa di lei. L'adoravo. Le sue carezze, le sue mani, le sue attenzioni, erano tutto per me. Era come una droga. Inizio' a baciarmi sulle labbra, sul collo. Poi lentamente sulle spalle, sui seni. Mi spoglio' e mi ricopri' dei suoi caldi baci. Le sue labbra cosi' soffici si trasformavano in brividi sulla mia pelle. Rimasi completamente nuda di fronte a lei. In una trappola d'amore.

Fui preda del piacere per ore. Mi bacio' tra le cosce, sul mio fiore acerbo. Impossibile descrivere a parole la sensazione di libidine che mi prese, tutta. Mi sciolsi. Ero completamente bagnata. Un lago immenso. Gli orgasmi si succedevano uno dietro l'altro. Ero pazza di lei, pazza d'amore, pazza di piacere.

Poi mi chiese se volessi perdere la verginita' con lei. Annui'. Le dissi di si, che ero pronta a donarmi a lei, in questo nostro patto di adesione perversa dell'una all'altra.

Sapeva che ormai ero la sua schiava, che ero nelle sue mani, che qualunque cosa mi avesse chiesto l'avrei fatta.

D'improvviso le si illumino' il viso. Si alzo', prese l'accetta e me la spinse con tutta la forza che aveva. Il dolore che senti' fu lancinante. La implorai di fermarsi, di smetterla, ma lei era come posseduta. Non la riconoscevo piu'. Il fantasma di suo padre, di quel padre violento, era entrato nel suo corpo e adesso stava ripetendo lo stesso sciagurato atto su di me. Non potevo crederci. Sotto il mio corpo un lago di sangue iniziava a prendere forma. Mi sentivo aperta, violentata. Piangevo, scalciavo, cercavo in ogni modo di ribellarmi, ma era tutto inutile.

La crudelta' che subi' quel giorno fu l'inizio di tutto. Lei, quella donna affascinante che mi aveva sedotta con le sue abili moine, aveva appena preso le sembianze di un diavolo. Occhi scintillanti, sguardo profondo e tagliente come una lama, voce squillante e rotta dall'affanno. La mia amante segreta si era trasformata nell'ombra di una strega malvagia.

Poi all'improvviso si fermo'. Lentamente si ricompose.

Le lacrime rigavano copiose le mie rosse guance. Ero sconvolta, ma lei ritorno' in se', mi asciugo' il viso, mi ripuli' dal sangue e mi bacio'. Torno' la donna tenera che conoscevo.

Quella notte dormi' da lei. I miei non sospettavano nulla e acconsentirono.

Per tutto il tempo la mia donna mi ricopri' di amore e di carezze e di ogni forma di tenerezza. E mi bacio'. Mi bacio' li', dove il mio martirio si era compiuto. Il dolore andava scemando con estrema lentezza, ero ancora molto sensibile e nonostante le sue premure e i suoi dolci baci non riusci' ad avere orgasmi. Ma il piacere lo percepivo, oh si. La sua lingua scivolava sulle mie grandi labbra, poi passava leggera sul clitoride e affondava tra le piccole labbra. Si insinuava li', dove era avvenuto l'orrore, per poi ritornare in superficie."

Adocchio il mio bicchiere in cristallo, appoggiato sul taccuino. Ho voglia di un altro sorso di Brandy. Mi aiuta a pensare, a riflettere, ad entrare in uno stato di rilassatezza.

Riprendo.

" .... Adoravo la sua bocca. Mi leccava instancabilmente. Io caddi in uno strano stato di torpore, di spossatezza. Avvertivo un senso di languore, ma orgasmi no, nessuno. Quelli arrivarono dopo, durante il giorno. Ricordo che mi fece mettere in piedi, con le mani al muro e lei, inginocchiata sotto di me, mi leccava e godeva.

Passo' un mese cosi'. Io e lei da sole. Continuamente. Tutto il tempo che avevamo a disposizione lo trascorremmo dandoci piacere reciproco. Ero perdutamente innamorata.

Poi un giorno venne una sua amica, bellissima anche lei. Aveva i capelli corvini ed uno sguardo penetrante. Capi' subito che era li' per un motivo ben preciso. Presto mi prese anche lei e divenni il loro giocattolo. Usavano il mio corpo, il mio piacere per il loro. Mi cavalcavano, mi baciavano, mi leccavano. Ero continuamente bagnata ed eccitata. Non esisteva altro per me. Le loro bocche erano ovunque, sulla mia, sui miei seni, sui miei fianchi, tra le gambe, sulla mia schiena, sul mio sedere. Io ero bella, bellissima. Nel fiore degli anni.

Ricordo come vibravo anche ad un solo loro tocco. I miei seni sodi reagivano all'istante sotto i colpi lascivi delle loro labbra, delle loro mani.

Adesso non ubbidivo piu' soltanto alla donna per la quale avevo perso la ragione, ma anche all'altra, alla nuova, alla quale lei mi aveva improvvisamente ceduta. Seppur con amarezza, obbedivo ad ogni suo desiderio e assecondavo ogni sua voglia, sia pur quella di sottostare ad un'altra padrona.

Per una schiava e' cosi', si ama incondizionatamente la propria padrona o il proprio padrone. Non si sceglie. Si viene scelti, si viene ceduti, regalati, usati. Che cos'e' una schiava in fin dei conti? Nient'altro che un oggetto, un giocattolo che passa di corpo in corpo, tra padroni e spettatori, umiliata e sfruttata.

E mentre i ricordi ritornano a vivere, ricordi che in realta' non si sono mai spenti, avverto quelle stesse forti emozioni. Un calore esplode di nuovo dentro di me e non posso fare a meno di riportare la mano li', dove la mia padrona mi fece provare la vera ebrezza del piacere. Non posso fare altro che toccarmi e scoprirmi bagnata come, e forse, anche piu' di prima.

Riapro gli occhi. Torno a scrivere. Per un attimo quella ragazzina vogliosa e depravata aveva ripreso il sopravvento. Ma ora voglio tornare a concentrarmi. Ho bisogno di mettere in ordine questo puzzle che e' la mia vita.

Dunque .... finita l'estate tornai in citta' con i miei genitori, ma tutto quello che era successo non fini' li'. Anzi. Ebbe un seguito. La mia precedente padrona, la donna di cui mi ero follemente innamorata, mi cedette, ad un'altra. Una crudele, spietata, sadica donna. Questa fu la mia nuova padrona. Con lei scopri' cose che la mia mente non aveva mai neppure osato immaginare. Mi faceva di tutto, mi ordinava ogni cosa.

Adesso non si trattava piu' solo di bocche e di mani, ma di fruste e di catene.

Mi incatenavano e mi frustavano per ore e ore.

Di pomeriggio andavo a casa sua e li' iniziava lo spettacolo.

Non eravamo mai sole, c'erano sempre altre persone con noi, donne, uomini, giovani, vecchi, amici, compagni. Ed io eri li', la sua schiava, la loro schiava. Il loro oggetto.

Ma non mi lasciavano segni. Si curavano di non rimandarmi a casa con un corpo che potesse raccontare cosa succedeva in quel sottomondo.

Una doppia vita la mia, dove nessuno sapeva, nessuno vedeva, nessuno immaginava.

E fu cosi' che divenni una puttana, si. Una puttana pronta ad esaudire ogni richiesta della mia padrona. Dovevo scopare con uomini di ogni eta' e aspetto. Alcuni erano brutti, orribili, repellenti, ma in fondo, in fondo per me non faceva piu' differenza. Ero l'oggetto del desiderio della mia padrona, cosi' come lei era il mio ed ubbidivo senza oppormi.

Quando mi veniva ordinato di non provare piacere, ma lo provavo .... be' ..... dovevo nasconderlo. Dovevo reprimerlo, altrimenti mi avrebbero frustata. Ando' avanti cosi' per anni. Uomini vecchi, pelati, grassi, adagiavano le loro callose mani sulla mia giovane carne, tenera, soffice, bianca. I loro cazzi eccitati mi sfondavano fica e culo, senza ritegno. Ed io subivo. Subivo e godevo. Ero entrata nel vortice della perdizione, della lascivia, della piu' profonda perversione.

Venivo piegata in tutte le posizioni che piu' li eccitava. A volte faceva male. Oh si, davvero male! Quei grossi cazzi mi torturavano, ma se la mia padrona mi ordinava di godere, godevo.

Ricordo ancora l’odore acre di alcuni di loro, quando mi urinavano addosso. Io distesa a terra, completamente nuda, e loro in piedi sopra di me, che mi ricoprivano di piscio. La loro calda urina mi scorreva tra i seni, mi scivola sul ventre e poi giù, sul velluto violato della mia fica. Si perde la ragione a giocare così, si entra nel tunnel della follia, in una spirale di depravazione.

Un giorno uno di loro porto' anche un cane. Si, un cane. Dovetti succhiargli il cazzo e poi prenderlo nel culo. Mi senti' umiliata, usata, ma per me tutto questo era come una droga. Non potevo farne a meno. Il piacere che provavo ad essere utilizzata come un giocattolo, sfruttata, presa come una puttana, peggio, come una schiava del sesso, era fonte di adrenalina.

Un anno dopo fui ceduta di nuovo. E poi ancora, e ancora. Amavo ogni padrona, così come avevo amato la prima, devota e sottomessa, con tutta me stessa. Ed ogni volta il limite che era stato posto in precedenza veniva oltrepassato. Ricordo le orge, gli incontri clandestini, il rumore delle catene, le manette, tutto assumeva una forma sempre più perversa e sadica.

Poi il buio.

Ad un certo punto dissi basta. Avevo 20 anni.

Non volevo più essere una schiava.

Volevo passare dall’altra parte della barricata.

Volevo diventare una Padrona

E così lo diventai.


Padrona!


Si, ora ero io la padrona.


Ora ero io a comandare!

Cominciai ad irretire giovani ragazze, dall’aspetto ingenuo e gentile, così come era stato fatto a me. Non mi feci nessuno scrupolo. Adoravo esercitare quel potere che per anni era stato usato contro di me. Le assoggettavo, ordinavo, comandavo, decidevo, decidevo per loro. Mi prese la frenesia, la pazzia. Alcune le sverginai, anche. Usavo tutti i mezzi che conoscevo e che erano a mia disposizione per piegarle ai miei voleri, ai miei capricci. E come godevo!

Le facevo inginocchiare ai miei piedi, le frustavo, mi facevo leccare fica e culo. E non ne avevo mai abbastanza. Le torturavo, le legavo, le guardavo soffrire e al contempo godere.

Ora ero la Regina, la Padrona, la Signora!

E godevo!”


Alzo lo sguardo.
Sospiro.
Le nuvole cariche di pioggia, che vedo dalla finestra del mio studio, mi portano con la mente lontano. Quante domande iniziano ad affollarsi nella mia mente. Quanti pensieri. Considerazioni. Quante riflessioni si accalcano, qui, ora, in questo silenzio.

Appoggio gli occhiali sulla scrivania.
Socchiudo gli occhi.
Reclino la testa all’indietro.
Un respiro profondo spezza la quiete della stanza.

Per oggi basta.




giovedì 23 febbraio 2017

VIOLENTATA NEL CARCERE - 2' PARTE





Entro nella stanza 24F. E' piccola, lurida, fredda. In un angolo noto una brandina vecchia e arrugginita. Le secondine ridono mentre continuano ad insultarmi.

"Allora puttana! Sei pronta?!". La bionda mi acciuffa per i capelli, me li torce con quelle manone rozze da poliziotta criminale, mentre la mora mi prende per un braccio e mi scaraventa sulla brandina.

Le altre due si avventano su di me per legarmi mani e piedi ai quattro angoli. Sono terrorizzata.

"Vi prego, lasciatemi! Lasciatemiiiiii!!!!". La corda e' cosi' stretta che mi segare'! Provo a liberarmi ma invano. Sono in trappola! Ah!

"Bene puttana, vediamo se adesso aprirai la bocca!". La bionda si avvicina e mi strappa letteralmente il vestito. Lancio un urlo feroce. La mora si affianca alla sua destra e comincia a percuotermi l'interno coscia con il frustino, poi sale verso la fica. Ho le gambe spalancate e sono completamente aperta. Lei continua a giocare con il suo strumento di tortura. Me lo strofina sulle piccole labbra, le picchietta. Fa male, eppure ne godo! uhhhhhhhh. Istintivamente tento di piegare le ginocchia e di ostacolare i suoi movimenti, ma sono legata e non posso che subire.

Lei continua, me lo infila dentro, lo gira, poi torna sul clitoride e comincia a picchiettarlo con vigore. E' gonfio ora, lucido e rosso. Strizzo gli occhi, spalanco la bocca. Il mio respiro si fa piu' intenso.

"Guardatela la puttanella, come gode! Ahahahah". Le bastarde ridono. Che umiliazione! Vorrei strozzarle, tutte, le odio, ma nello stesso tempo sono preda di un orgasmo che sta crescendo sempre di piu'.

La mora si avvicina ancora e lascia ricadere sulla mia fica la sua fredda saliva. Un leggero spasmo mi sorprende improvviso. La sento colarmi addosso, fino al culo. Intanto la bionda mi guarda dall'alto in basso con aria di sfida. Tremo al pensiero di cosa potrebbero ancora farmi.

Improvvisamente sento qualcosa penetrarmi. E' la mora che ha infilato a forza le sue dita perverse! Ahhhhhhh. Mi sta scavando la porca! Bruciaaaa. Fa maleeee!!!! Hhhhmmmm. Uhhhhhhh.

"Puttana ti piace, eh!". Sono disgustata dalla loro brutalita' eppure cosi' eccitata! Vorrei frenare questo desiderio di essere presa come una troia, mi vergogno!!!

Ora il frustino e' nelle mani della bionda, mi percuote le tette senza ritegno! Sto godendooooo!!!!! Ahhhhhhhh. Il primo orgasmo arriva veloce e potente.

"Ecco, la puttanella comincia a scaldarsi!!!".

"Dai ragazze, diamole un'altra bella lezione! Mi voglio proprio divertire con questa puttana!". La maledetta ride, mentre comincia a strofinare la punta dei suoi stivaletti sulla mia gamba. Mi stuzzica, prima lentamente, dal ginocchio all'anca. Stringo i pugni, agito i polsi. Ho i brividi! Lei scivola verso l'interno e spinge. Disegna con la punta dello stivaletto un cerchio immaginario intorno alla mia fica grondante. Mi sta letteralmente facendo eccitare come una troia bollente in un covo di porci. Socchiudo gli occhi, agito il bacino. Una di loro mi sta applicando delle pinze sul busto, dei tiranti di ferro che mi provocano scosse improvvise di piacere e dolore. Devo assolutamente controllarmi, non posso cedere ai loro giochetti.

Sto sudando. La bionda continua a premere sulle mie grandi labbra ormai gonfie e lucide. "Allora troia, ti piace eh!". Non rispondo, il mio sguardo dice tutto. Lei ride come una pazza, poi si sfila gli stivaletti e fa lo stesso perverso gioco con i piedi nudi. Ha delle bellissime unghie smaltate di rosso. La mia mente e' ormai in delirio, dall'odio e dal disgusto sto passando all'eccitazione piu' animalesca. Vorrei leccare quelle dita maledette, vorrei sentirle dentro di me. Un fremito allo stomaco mi fa vibrare come una foglia al vento. Lei continua. Sento il piede premere sulla mia fica fradicia, l'alluce mi penetra senza troppi complimenti. Mi fruga dentro disordinato e sporco. Ed io gemo. Quasi non mi importa piu' di niente, voglio essere sfondata! Strizzo di nuovo gli occhi in una smorfia di piacere, mentre le troie continuano ad insultarmi. Oh si, mi piace essere la loro puttana adesso, siii! Le pinze mi stanno lasciando il segno, cosi' il loro frustino sui capezzoli. Mi colpiscono, mi percuotono, sono tutta rossa, bollente, madida di sudore, vogliosa e porca, schifosamente puttana, cosi' come loro vogliono! Mi sento la loro lurida schiava. ho perso ogni controllo, ogni freno, Quella intanto spinge e un altro orgasmo arriva improvviso. Ahhhhhhhhhhhhhhhh!

"Troia! Ma come ti piace fare la troia eh! Dobbiamo scoparti a turno finche' non ne potrai piu'! Ahahahah". Non rispondo, non posso, voglio solo godere, dei loro luridi piedi e delle loro offese!. Mi mordo le labbra, gemo. La bionda mi infila il suo piede in bocca ed io lo lecco, lo lecco tutto come fossi l'ultima delle sue serve. Lecco i miei caldi umori e le sue dita sudate. Lei spinge ancora e ancora. Mi sento sfondare la bocca, poi di colpo posa il piede sul mio mento, sul collo. Mi sta bagnando tutta. Mi schiaccia le tette e i capezzoli gia' doloranti, mentre gli insulti si sprecano "che cagna libidinosa! Guardate come sbava! E' brava a leccare i piedi la troia!".

Piu' mi insultano e piu' mi infuoco. Ansimo, mi lecco le labbra. La bionda torna ad infilare il piede nella mia fica. Prima preme tutte e cinque le dita sulle grandi labbra, ma il clitoride e' scoperto e inevitabilmente strofina la sua morbida pianta anche su di lui. Non resisto. Ha delle gambe stupende. Da qui posso anche vederle le mutandine nere sotto la divisa. Chissa' come gocciola la sua fica in questo momento. Potrei leccare anche quella, se solo me lo ordinasse.

E cosi' il suo culo. Ohhhh, uhhhhhhh. Il solo pensiero di farle da schiava mi manda in estasi. Mi mordo quasi le labbra mentre la sento infilare l'alluce dentro di me. Le altre dita scivolano tutte intorno, bagnate dai miei umori che colano senza sosta. Ne infila un'altra e scava. E' selvaggia, crudele ed io voglio essere irriverente. Urlo, mi dimeno, vorrei insultarla anche io, solo per ricevere una punizione ancora piu' perfida.

"hey, hey hey, sembra che la puttanella si stia lamentando! Come urla! Ora le tappo quella fogna!". La stronza torna ad infilarmi il piede in bocca, ora con piu' violenza. Un'altra invece mi strizza il clitoride all'improvviso. Ho una fitta allo stomaco. Non vedo. Ho la bionda davanti che mi sta facendo ingoiare quello smalto da puttana

"Allora, troia! Ti decidi a raccontarci dove hai messo la roba o dobbiamo continuare?!". Ho le lacrime agli occhi per l'eccitazione che queste secondine di merda mi stanno facendo provare. La stronza toglie il piede dalla mia bocca ed io riesco ad emettere poche flebili parole "non ho nascosto niente!".

"Ma sentitela la vacca come frigna!".

L'altra mi sta penetrando con le dita, sempre piu' forte. Urlo ancora. Poi la bionda "Basta! Slegatela! Ora la voglio qui, ai miei piedi!".

Le tre mi liberano e mi costringono ad inginocchiarmi di fronte alla bionda. Ha lo sguardo da assassina.

Sei una lurida puttana e come tale non meriti alcun rispetto. Leccami i piedi! troia!".

Il pavimento e' freddo, ma il mio corpo e' bollente e sono talmente assoggettata da non voler opporre nemmeno la minima resistenza. Apro la bocca e le lecco i piedi come ordinato. Mi sento un cane. I capezzoli strusciano per terra. Ho i brividi. Divarico le gambe per potermi chinare meglio e la mora ne approfitta per strofinare anche lei il piede sulla mia fica. Lo strofina cosi' forte che sento un calore espandersi velocemente e una frenesia improvvisa, un desiderio di essere nuovamente posseduta.

"Puttana! Hai la fica fradicia! Sei proprio una schifosa troia!". Quella parla ed io perdo ogni controllo. Succhio le dita della bionda una ad una, mentre la mora mi penetra con il piede. Spinge, mi tocca fino in profondita'. Mi fermo, comincio ad urlare, a gemere, ad ansimare sempre piu' forte. Spalanco la fica piu' che posso e quella spinge le sue dita fomentata dall'approvazione delle altre. Le due spettatrici si avvicinano e mi accarezzano i capelli.

"Che brava porca, ubbidiente! Se lecca i piedi cosi' bene, lecchera' bene anche la fica!". Le puttane ridono. Si, leccherei le loro fiche se me lo chiedessero. Uhhhhhh. La mora ha tutte le dita dentro di me, spinge senza sosta e un altro orgasmo irrompe sonoro! Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh. Mi sento sfinita. Il cuore sta scoppiando.

"Ragazze, la puttanella qui per terra merita un'ultima lezione!".

Non oso nemmeno guardarle, rimango a testa bassa.

Alzo lo sguardo, ho qualche timore che non riesco a nascondere. La mora mi afferra di nuovo per i capelli e come un cane mi prende e mi schiaccia la testa tra le sue cosce umide.

"Lecca troia, lecca!". La mia lingua scivola sulle sue mutandine bagnate. Sposto il lembo di stoffa con i denti e cerco di farmi strada dentro di lei. "Brava puttana, sei una cagna ubbidiente!". La stronza comincia a godere e piu' geme e piu' si strofina addosso a me. Poi si strappa gli slip, non ne puo' piu' e finalmente ho la sua fica fradicia in bocca. Mi da anche il suo culo. Ahhhhhhhhh.

E cosi' a turno lecco la fica di tutte e quattro. Sono esausta! Anche loro lo sono, ma ho solo pochi secondi per riprendere fiato che le stronze si avvicinano e mi mettono con la schiena sul pavimento.

La mora si siede con la fica sulla mia faccia e mi piscia in bocca. Istintivamente giro il viso da un lato, mi sta schizzando addosso tutto il suo caldo piscio nauseabondo, mi cola sul collo, sulle spalle, sui capelli.

"Troia, apri questa maledetta boccaaaa!". Sembra invasata. Non posso fare altro che appoggiare le mie labbra dischiuse su di lei e berla tutta. E' eccitatissima. Poi si strofina un ultima volta e si alza.

"Bene ragazzina, non hai voluto parlare! Stanotte dormirai in cella. Domani si vedra'. Ah, ahahahahah". La troia si riveste e se ne va, seminando la sua risata diabolica per tutto il corridoio.

Ho il terrore …..... ma sono ancora cosi' eccitata!

Non le diro' mai dove ho nascosto la roba!


ahahahaahah




VIOLENTATA NEL CARCERE - 1' PARTE




Sono seduta ed ammanettata da pochi minuti, quando sento la parete dietro di me vibrare forte. Qualcuno ha appena sbattuto con violenza inaudita uno dei cancelli del corridoio di questo maledetto carcere.

Me la sto facendo sotto dalla paura. Avro' ripetuto almeno mille volte che non ho niente addosso, che sono pulita, che non c'entro niente con quei due, ma nessuno mi crede.

Intanto i passi sono sempre piu' ravvicinati. Li' sento qui, alle mie spalle. Sento anche le loro voci, voci di donne, donne crudeli, abituate alla peggior specie di criminali.

Il cuore riprende a battere impazzito, vorrei asciugarmi la fronte, ma ho le mani legate dietro la schiena. Eccole, stanno entrando! Oddio! Le vedo, davanti a me, con la loro scura uniforme da padrone del carcere, le secondine! Maledette secondine!

Mi girano intorno, mi squadrano con aria di sfida, giocherellano con il loro perfido frustino tra le mani. Ho l'impressione che vogliano farmelo assaggiare. Abbasso lo sguardo, lo stanno leggendo a chiare lettere il terrore sul mio volto.

Continuo a difendermi "Lo giuro, non c'entro niente con quelli, non ero insieme a loro! Avete visto anche voi che nella borsetta non ho niente, nelle tasche neppure! Non avete motivo di tenermi qui!".

"Ma sentila la donnetta quanto piagnucola! No no, certo, lei e' un angioletto, non e' un corriere della droga come quei due luridi bastardi che sono stati trovati imbottiti di roba fino al collo!". La bionda si avvicina sempre di piu', mi afferra per le guance, stringe forte. Ahhhhhhhhhhh, fa proprio male! Cerco di impietosirla con lo sguardo da cane bastonato, ma e' tutto inutile.

"In piedi!" mi urla in faccia mentre mi prende per i capelli. Mi alzo spaventata, lei mi agguanta per un braccio e mi sbatte contro la parete.

"Faccia al muro!". Mi ordina di divaricare le gambe e con il suo frustino percorre ogni centimento della mia pelle, dalle caviglie alle cosce. Lo sento salire, lentamente, poi d'un tratto, quasi a tradimento, sferra un colpo sulla mia fica!

Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh. Il dolore e' forte e inaspettato!

"Lo sappiamo le troie come te dove nascondono la roba!".

Continuo a discolparmi, sono atterrita, non voglio essere picchiata! Ho sentito anche di donne che sono state violentate. Non voglio finire cosi' anch'io! Chiudo gli occhi e prego, stringo i denti, ma quella continua, continua a picchiettare sulla mia fica, sempre piu' forte!

La mora invece mi tiene ferma per i capelli. Ho una lunga coda di cavallo. Me la tira. Fa talmente male che i miei occhi cominciano a lacrimare.

"Vi prego, vi prego, vi supplico! Non ho niente addosso, non ho fatto niente!". Mi dimeno, piango.

La bionda non ne vuole sapere. Mi sculaccia, sopra il vestito. Salto ad ogni colpo.

La mora mi gira intorno, sento le sue mani addosso. Mi fruga sui fianchi, sulla schiena, tra i seni. Lo fa solo per torturarmi, per farmi vedere chi e' che comanda qui! Poi mi gira! Spalle al muro. Mi strappa il vestito, scoprendomi i seni. E' talmente brutale che le urla mi escono incontrollate per la paura.

"Zitta, maledetta troia!". Mi schiaffeggia! Ha lo sguardo pieno d'odio. Le sue mani scorrono sui miei seni, me li palpa, me li strizza, me li violenta con i suoi palmi di ferro. Continuo a gridare. Eppure i miei seni reagiscono in tutt'altro modo a queste violenze. I capezzoli si sono inturgiditi e sento delle strane sensazioni al ventre, una vibrazione, un calore, una piccola esplosione. Di piacere.

Ora la bionda e' di nuovo su di me, con il suo perfido frustino. Me lo picchietta sui seni e questi diventano rossi, gonfi. E' violenta, come le impone il suo ruolo da bastarda! Picchia duro e non smette. Poi scende sul mio pube e si infila negli slip. Sale e scende, solleticandomi tutta. Sento il mio tenero clitoride gonfiarsi e reagire al freddo e duro bastone nero. Eccola! Mi sfila le mutandine. La mia fica e' spalancata, bagnata. Mi stanno facendo godere le maledette!


Chiudo gli occhi. Sento il frustino entrarmi dentro. E' terribile. Mi stanno violentando!

La mora mi tiene ancora per i capelli "Brutta troia, ora ti facciamo tirare fuori tutta la roba che ti sei ingoiata con i tuoi fidati compari!".

Muovo il bacino nell'intento di ribellarmi a questa tortura, ma non c'e' niente da fare. Mi picchiano con quei loro frustini incandescenti, mentre io ho le mani legate dietro la schiena.

"Adesso troia ti facciamo un bel lavoretto! Vedrai quanto ti piacera'!".

Ora sono nel panico piu' totale. La bionda preme la ricetrasmittente posta sul colletto della divisa e chiama rinforzi. Se servono altre secondine significa che sono veramente nei guai.

Rimango immobile e muta. Il sangue mi si e' gelato nelle vene.

In pochi istanti tre secondine spalancano la porta della cella e si piantano davanti a me. Una di loro ha una valigetta e la sbatte noncurante sul tavolino. Lo schianto contro il piano di legno mi fa sobbalzare. Mai stata peggio. Sono completamente nuda sotto i loro occhi, pronta ad essere torturata e seviziata solo per il loro piacere.

"Allora, cosa ha detto la puttana! E' dura a confessare?!" urla una delle tre appena arrivate. E' alta e robusta e mostra subito i canini! Sembra un cane da combattimento. Dev'essere il capetto. Tremo al solo sguardo.

"La puttana non parla! Ma adesso la faremo parlare noi! Ahahahahahh". Ridono divertite tutte e cinque, mentre io sto per farmela sotto dalla paura.

"Bene, cominciamo subito!". La capa mi prende per i capelli e mi sbatte con il busto sul tavolino. Sono piegata a novanta. Mi lega alle gambe del tavolo e comincia a picchiettarmi con il frustino. Sono piena di lividi. Il dolore mi si ripresenta puntuale. Credo che non potro' sedermi per giorni.

"Puttana, ora ti apro il culo! Se nascondi qualcosa li' dentro lo sapremo molto presto!".

Il respiro comincia a diventare affannato. Il tavolo e' gelido e i capezzoli si sono inturgiditi di nuovo. I miei seni premono contro il piano, duro.

"Vi supplico, non ho fatto niente, non nascondo niente!". Piango, mi agito. Le stronze stanno ammirando il mio sedere e la mia fica aperta e gocciolante. Cosa mi faranno?

"Zitta puttana! Devi stare zitta. Hai capito?!".

Sento dei movimenti alle mie spalle, rumori familiari. Stanno aprendo la valigetta.

Mi chiedo cosa ci sia li' dentro.

Poi d'improvviso sento delle mani allargarmi il buco del sedere. Mi stanno infilando qualcosa. E' freddo e spinge. Strillo, mi dimeno, ma la donna dietro di me mi sculaccia forte. E' la bionda, la riconosco dalla voce.

"Zitta puttana. Ho detto zitta! Hai capito! E ferma!".

La sento infilarmi questo tubo dentro, ho paura. Tento di respingerlo con tutte le mie forze!

"Oh ohhh, la puttana sta opponendo resistenza!!! Ci sta sfidando!" ride la troia, mentre lo spinge in profondita' e accende qualcosa. Oddio! Sento un liquido entrarmi dentro. Ho paura! Ho paura!


"Basta! Bastaaaaaaaaa!!!!", ma questa roba continua ad entrarmi dentro. Le odio! Vorrei liberarmi e prenderle a calci. Comincio a sentirmi piena! Pienissima. Non posso piu' trattenerla. Sento che devo espellerla, ma ... come faccio? E' totalmente imbarazzante. Schizzare dal sedere tutta quest'acqua infima! Davanti a loro.

La secondina mi sta schiacciando la schiena con il suo braccio maledetto, mentre mi infilza con la cannula.

"Ora ci dirai tutto puttana! Tutto!", e mi sculaccia, mentre la mora mi gira intorno, poi si ferma e mi tira la coda di cavallo. Urlo di dolore. Intanto ho non so quanti litri di questa roba dentro l'intestino e non posso piu' trattenerla. Muovo il bacino, scuoto la testa, ho dolore, devo per forza evacuare. Chiudo gli occhi, provo a trattenerla, ma e' dura, non ci riesco. Ahhhhhhhhhh, la espello!!! Una sensazione di vergogna mi pervade tutta, mentre le stronze ridono di me. Sono completamente bagnata. Mi sento sporca e umiliata. Il mio culo aperto davanti a loro. Le sento prendermi in giro.

"Hey, guardate il culo della puttana! Ahahahahahha!". Continuo a supplicarle, ma non mi ascoltano. La capetta si avvicina e con il suo frustino mi sculaccia forte! Prima sul sedere, poi sulla fica. Avvampo, brucio, sudo ..... eppure godo. Sento i miei buchi spalancarsi, il mio ventre gonfiarsi e sgonfiarsi. Ho uno strano improvviso desiderio di essere penetrata, sfondata! Sento l'adrenalina a mille.

La bionda intanto si e' chinata davanti a me, mi guarda negli occhi con orgoglio. Si, e' orgogliosa di quello che mi stanno infliggendo. Gode anche lei, a torturarmi. Mi schiaffeggia, mi insulta!

Poi torna dietro di me, si riposiziona esattamente come prima. La sento aprirmi di nuovo, sculacciarmi, infilare le sue dita dentro il mio buco e spingere. All'improvviso sento la cannula, ma questa e' diversa, e' piu' grande, piu' spessa. Sono nel panico. La troia vuole sfondarmi il culo. Grido ancora una volta "lasciatemi andare, vi prego! Lasciatemi!". Piango e mi dispero, mentre lei la infila con tutta la sua forza, non curante delle mie lacrime. Anzi, piu' strillo e piu' lei spinge.

"Zitta puttana! Non ci fai pieta'! Apri bene il culo che la festa continua!". E un'altra ondata penetra nel mio intestino. Piano piano mi riempie e la sensazione di non poterla piu' trattenere e di doverla schizzare fuori ritorna prepotente, accompagnata ancora una volta dalla vergogna, dall'imbarazzo.

Non ne posso piu', devo farla! Oddio! Cerco di trattenermi, mi sforzo. Non posso lasciare che mi insultino ancora, che mi deridano, ma e' una sfida troppo difficile da vincere. La sento quasi uscire, sento il mio buco allargarsi. Strizzo gli occhi. Loro stanno aspettando proprio questo momento. Muovo ancora il busto su questo tavolaccio freddo, forse nell'intento di alleviare il fastdio, ma cosi' facendo prolungo la mia agonia. E mentre struscio i miei seni sul tavolo sento una perversa eccitazione aumentare dentro di me. Sono legata mani e piedi, ma posso scivolare su e giu', seppur lentamente, e questo sfregamento con il piano di legno mi da' piacere. I miei capezzoli sono duri, mi sorprendo a gemere, silenziosamente. Ma dura poco, mi sento esplodere, devo farla. Ed ecco che all'improvviso schizzo tutto fuori! Che umiliazione! Il mio buco si apre e chiude. Mi cola tutto addosso, sulla fica, sulle gambe, sui piedi. Sotto di me c'e' un lago!

"Guardate la puttana come schizza! Ahahahahahah", ridono bastarde!

"Allora troia, ce lo dici o no dove hai nascosto la roba?!", urla la mora mentre mi sculaccia.

"Non ho nascosto niente, non ho niente!" continuo a ripetere senza fortuna. Il mio culo rosso e dolorante e' ancora esposto alla loro vista e questo mi crea sempre piu' imbarazzo. Eppure essere in questa posizione mi eccita dannatamente.

"Dice che non sa niente la puttana! Davvero? Che facciamo ragazze, le crediamo?!" urla la bionda rivolgendosi a loro, ma guardando me. Le stronze rispondono in coro "Noooooooooooooooo!!!!".

Il terrore non mi abbandona. La mora torna a tirarmi la coda, ma stavolta me la scioglie. I miei lunghi capelli ricadono sulle spalle e mi incorniciano il volto. Poi mi schiaffeggia! Ingoio lacrime, ancora.

"Hei, la puttanella non smette di piangere! Pensa di impietosirci cosi'!". Le sento frugare di nuovo nella valigetta. Cosa hanno in mente adesso?

"Puttana, ti ho detto di aprire bene il culo!" ritorna la bionda dietro di me. Ancora sculacciate. Penso che non vedro' piu' una sedia per settimane! Sento le sue mani ditalarmi ancora, ma questa volta si aiuta con un'altra cannula, una cosa enorme, ancora piu' grossa. Urlo spaventata "Nooooooooooooooo, lasciatemiiiii, lasciatemiiii!".

La bionda spinge con forza, mi sta letteralmente aprendo in due. Sento la cannula penetrarmi, millimetro dopo millimetro. E' enorme, eppure c'e' qualcosa di terribilmente piacevole in questa tortura. Piu' la cannula entra e piu' ne voglio. Le sto dando il mio culo e lei ne sta facendo cio' che vuole. E' aperto, e' tutto per lei. La sento godere di questa tortura. Godo anche io. Gemo, in silenzio, ma ho la sensazione che leggano il piacere sul mio viso.

Poi il mio intestino si riempie ancora, mi sento strana. Ho voglia di pisciarla fuori tutta, di schizzarla in faccia a queste brutte troie, di fargliela bere, di fargli leccare il pavimento sotto di me.

La bionda sfila la cannula ed io mi sento elettrizzata. Questo movimento mi provoca un piacere imbarazzante, cosi' come imbarazzante e' lo svuotamento mortificante del mio corpo.

Poi si sposta di lato, mi picchietta il culo, lo accarezza, lo palpa. Io ondeggio il bacino. Sento di nuovo quell'impellente bisogno di svuotarmi, ma e' talmente umiliante che non riesco a lasciarmi andare. Provo di nuovo a trattenermi, stringo forte il tavolo, quasi mi mordo le labbra, sudo. Le sento gia' ridere, ridere di me.

"Avanti bella! Parla .... o andiamo avanti cosi' tutta la notte!". La capetta si avvicina con quell'aria da cane mastino. Mi annusa, mi prende per il collo. Stara' tentando di azzannarmi.

"Vi prego! Non ce la faccio piu'! Vi supplico!!!!". Ho l'intestino strapieno, il buco aperto. Sento microgoccioline d'acqua scivolare fuori. Non voglio! Stringo i glutei nella speranza di evitare ogni fuoriuscita, ma sento che sto per esplodere.

"Dai puttana! Facci vedere come pisci con il culo un'altra volta!! ahahahahah". Ridono le vacche, mentre combatto con quell'infame desiderio di farla, qui, adesso, tutta!

"Guardate! La puttana non ce la fa piu'! Eppure non molla, si trattiene! Ahahahahaha". E' vero, non ne posso piu', sto per schizzare ormai. Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh. Lancio un urlo e tutto esce di getto, con forza. L'acqua mi cola addosso, le secondine ridono di gusto.

"Allora puttana! Parli adesso?!" urla la mora, mentre ritorna con quel frustino maledetto a segnarmi la schiena, come fossi una cavallina selvaggia.

Non rispondo. Ammanettata al tavolo e derisa, sbeffeggiata, insultata, scuoto la testa in segno di protesta.

"Ahhh, ahhh, la puttana ha deciso che dobbiamo continuare!". Non riesco a credere alle mie orecchie, queste pazze sono peggio dei criminali. Tento di ribellarmi ancora. "Bastaaaaaaaaaaaaa!!!!". La bionda si riposiziona dietro di me e mi riapre il culo, mi sculaccia, io grido. Poi di nuovo la cannula, ma questa volta e' ancora piu' larga. Inizio a piangere, a singhiozzare, saltello per non farmela infilare. Tutto vano! La mora mi immobilizza tenendomi per i capelli, le altre mi girano intorno e mi percuotono a turno.

La bionda appoggia la cannula, la fa ruotare e piano piano la spinge dentro di me. Ahhhh, fa male eppure ......... provo quel ......... certo strano piacere .......... di riempimento. Questo tubo che entra nel mio corpo, che si infila lento, ma con prepotenza e mi invade tutta. Il liquido torna ad espandersi mentre le secondine gridano e ridono.

"Guardate la puttana come schizza adesso!!! Ahahahahah".

E ancora la stessa sensazione di prima. Voglia di buttarla fuori, subito, tutta! E' una tortura infima questa! La mora si china davanti a me, mi guarda negli occhi, si avvicina a pochi millimetri dalla mia bocca, sembra quasi che voglia baciarmi, poi mi sussurra "Puttana, hai un bel culo, non sai cosa ti ci farei!". Strizza l'occhio e si allontana. Cos'era, un avvertimento o un innocuo, semplice apprezzamento? Ma qui di innocuo non c'e' niente.

Chiudo gli occhi, non devo lasciarmi andare, non devo! Non voglio schizzare davanti a loro. L'imbarazzo e' enorme. Vorrei sprofondare. Poi d'improvviso tutto esce, con il solito strascico di umiliazioni. Vengo schernita ancora e ancora.

"ahhhhhh, guardate la puttana come schizza!". E' tutto cosi' denigrante, incaprettata a questo tavolaccio, senza potermi ribellare ..... eppure la mia fica e' un lago, la mia sottomissione a loro provoca in me quella perversa eccitazione che stride con queste maledette torture da carcere messicano.

"La troia non vuole parlare, eh! Bene, prendetela e portatela nella stanza 24F! Vedremo se ha ancora voglia di giocare!".

Le secondine mi slegano e mi ordinano di rivestirmi. Eseguo in silenzio, tutta dolorante. La vergogna e' dipinta sul mio volto, cosi' la paura. Non mi resta che pregare.





Continua ..... Seconda ed ultima parte